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Sorgenia, ultimatum delle banche a De Benedetti

Gli istituti chiedono a Cir di mettere almeno 150 milioni o si prenderanno la società elettrica

Matteo Legnani
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L'ultimatum è stato lanciato. O Cir metterà di tasca sua almeno 150 milioni di euro o le banche sono pronte a prendersi il controllo di Sorgenia, la società elettrica della famiglia De Benedetti, che versa in condizioni difficilissime con 1,86 miliardi di debiti con gli istituti di credito e contante in cassa non oltre fine mese.A fronte di debiti eccessivi per circa 600 milioni di euro, Cir aveva proposto alle banche (Mps, Banca Imi, Unicredit, Banco Popolare, Ubi Banca e Bpm) un aumento di capitale da 190 milioni di euro, coperto per 100 milioni dall'azionista di maggioranza e per 90 milioni dalle banche, che dovrebbero anche convertire i 400 milioni residui di debito in nuovi strumenti partecipativi. Il "no" opposto alla holding guidata da Rodolfo De Benedetti prevede che Cir ci metta di tasca sua almeno 150 milioni per poter arrivare a una governance condivisa, con le banche che convertirebbero  i 600 milioni di debiti in eccesso in azioni  e strumenti partecipativi. In alternativa, la conversione in azioni da parte delle banche riguarderà gran parte del debito eccessivo, facendo così divenire gli istituti di credito soci di controllo con Cir fuori dai giochi. Ma non è detto che Cir non preferisca questa soluzione.

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