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Case in affitto, le nuove regole

Lucia Esposito
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In sintesi la proposta che lo Stato fa a un proprietario di casa è questa: tu accetti di ridurre le tue richieste nei confronti dell'inquilino accettando un canone di affitto calmierato, io ti riduco le tasse.. E' uno dei provvedimenti contenuti nel piano del Governo che adesso aspetta la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. La misura consiste nell'abbassamento al 10% dell'aliquota della cedolare secca sui contratti che prevedono un canone calcolato sulla base degli accordi stipulati a livello locale tra associazioni di proprietari, sindacati degli inquilini e Comuni. Gli affitti quindi oltre ad avere canoni sempre più bassi avranno anche una durata ridotta rispetto a quella dei contratti liberi. Si possono infatti stipulare per tre anni più altri due di proroga di fatto automatica se non intervengono particolari condizioni che molto di rado si riescono ai far valere nei contratti di locazione a canone libero invece la durata standard è di quattro anni più quattro di proroga. In origine i contratti concordati prevedevano una riduzione del prelievo fiscale del 30 per cento rispetto a quello delle locazioni a canone libero.  Il bonus - Il Corriere della Sera mette a confronto i due tipi di contratto quello con il canone concordato e quello libero. Ipotizza che il proprietario nel primo caso ipotizzi a 500 euro e nel secondo a 700. Considera l'inflazione annuna al 2% e un prelievo fiscale sulla casa a canone libero dal 40% complessivo. Dopo cinque anni il canone di affitto concordato si rivaluta dell'intera inflazione Imu+Tasi a carico del proprietario: 700 euro all'anno per la casa con affitto concordato, 1050 per il canone libero. In cinque anni quindi il risparmio è di oltre 4500 euro.  Gli alti alloggi - Si prevede che per gli anni 2014, 2015 e 2016 ai soggetti titolari di contratti di locazione di alloggi sociali adibiti a propria abitazione principale spetta una detrazione complessivamente pari a: 900 euro, se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro; 450 euro, se il reddito complessivo supera i 15.493,71 euro ma non supera i 30.987,41 euro. Non solo. Il Piano prevede anche vantaggi per chi mette in affitto alloggi sociali nuovi o ristrutturati: i redditi derivanti dalla locazione di alloggi nuovi o ristrutturati non concorrono alla formazione del reddito d'impresa ai fini Irpef/Ires e Irap nella misura del 40%per un periodo non superiore a dieci anni dalla data di ultimazione dei lavori. Per quanto riguarda il riscatto a termine dell'alloggio sociale, trascorsi almeno 7 anni dalla stipula del contratto di locazione, l'inquilino ha facoltà di riscattare l'unità immobiliare. Chi acquista ha 2 vantaggi: 1) l'Iva dovuta dall'acquirente (che è incassata da chi vende per riversarla allo Stato) viene corrisposta solo al momento del riscatto e non all'inizio; 2) il reperimento del fabbisogno finanziario residuo per l'acquisto è rimandato al momento dell'atto di acquisto. Chi vende rimanda la tassazione Ires e Irap sui corrispettivi delle cessioni alla data del riscatto. Più rigore nei confronti di chi occupa abusivamente un immobile che non potrà chiedere nè la residenza, nè l'allacciamento ai pubblici servizi. Una norma che mira al ripristino delle situazioni di legalità che l'attuale quadro normativo non riesce a garantire. -

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