Uno scooter in contanti?Sei nel mirino del Fisco
Con il nuovo strumento targato Monti e Befera, è difficile riuscire a dimostrare di essere in regola. Può bastare un motorino a rovinarti la vita...
Per finire sul banco degli «imputati», in teoria, ci vuole poco. Pochissimo. Il nuovo redditometro, infatti, potrebbe mettere nei guai chiunque, specie per quanto riguarda il passato, cioè il periodo 2009-2012 che finirà sotto la lente del fisco. I funzionari dell'agenzia delle Entrate - e lo stesso direttore Attilio Befera - hanno promesso prudenza nell'utilizzo dei nuovi strumenti di accertamento antievasione. In una prima fase, secondo le indicazioni delle Entrate, saranno presi in considerazione solo i «grandi» evasori, quelli con redditi presunti superiori a 100mila euro. Non solo. Anche per quanto riguarda lo scostamento tra reddito dichiarato e accertato col redditometro l'asticella sarà più alta rispetto a quanto previsto nelle regole base: dal 20 al 25%. Fatto sta che basta aver comprato un motorino in contanti, magari regalati da un parente, che si rischia un accertamento senza possibilità di provare di essere in regola, vista l'assenza di movimenti bancari. Un investimento che - per il fisco - potrebbe indicare un reddito più alto di quello dichiarato. La Cgia di Mestre, qualche settimana fa, ha provato a fare due conti. Secondo l'organizzazione guidata da Giuseppe Brotolussi, con l'introduzione del nuovo redditometro si rischia un generale aumento delle tasse, che nel peggiore dei casi presi in esame potrebbero arrivare quasi a 9.000 euro. La Cgia ha preso in esame tre tipologie di reddito - 20mila, 40mila e 80mila euro, e al di sotto di quest'ultima soglia c'è il 98% dei contribuenti - con un maggior reddito stimato dal fisco con il redditometro o lo spesometro pari a 10.000 euro. Nella prima simulazione considerata, se il contribuente raggiunge l'accordo con le Entrate che gli sconta il reddito imponibile del 5%, tra maggiori imposte e sanzioni ridotte dovrà versare tra i 4.250 euro circa fino a 5.640 euro. Se, invece, non accetta la proposta degli uomini del fisco e fa ricorso alla Commissione tributaria e alla fine dei due gradi di giudizio perde, il contribuente dovrà versare fin a 8.906 euro. Nel secondo caso, invece, quello in cui si raggiunga un «compromesso» col fisco che riduca il reddito imponibile del 20%, tra maggiori imposte e sanzioni ridotte il contribuente dovrà versare fino a 4.750 euro. Se invece non accetta la mediazione e fa ricorso e ne esce «sconfitto», il contribuente dovrà versare fino a 8.906 euro. I primi avranno la possibilità di «costruire» a tavolino i redditi dei secondi sulla base delle spese che questi ultimi hanno effettuato, anche per mezzo di una serie di indici.