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Ritardi, sbagli, imprevistiCosa rischia chi non paga l'Imu

Mora dello 0,2% al giorno per i ritardatari, ma per chi paga dopo il 2 gennaio verrà applicata una multa del 5,5%

Nicoletta Orlandi Posti
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  di Antonio Castro Paese strano l'Italia: non solo si pagano tasse altissime, ma è anche complicato versarle correttamente. E poi mettersi in regola - sempre che ci si renda conto dell'errore - può essere molto, molto oneroso. Ieri è scaduto il termine di legge per saldare l'Ultima rata dell'Imposta municipale. Gli italiani si son messi diligentemente in fila alle poste o in banca per attendere fino all'ultimo. E non perché confidavano in un regalo natalizio dal governo. «Mai come con i calcoli per l'Imu è stato complicato calcolare il giusto importo», ammette, un po' provato, Alessandro Canepa, consulente dell'Ufficio studi dell'Arpe Federproprietà, una delle maggiori associazioni di categoria dei proprietari immobiliari.   Ma cosa rischia chi ha sbagliato, ha indicato un importo minore, ha mal suddiviso la quota comunale con quella erariale, oppure non ha calcolato per bene le pertinenze? Prima di tutto c'è da augurarsi che entro 30 giorni non siano iniziati accertamenti o verifiche da parte dell'Agenzia delle Entrate. In Italia è tutto molto lento quando si parla di burocrazia. L'unico merito che va riconosciuto in fatto di tempestività è quando c'è da pagare. Un esempio per tutti: quando una famiglia è allietata dall'arrivo di un pargolo il fisco, cortesemente, riesce a mandare al domicilio del neonato il codice fiscale nel giro di 50, 60 giorni. Un miracolo di tempismo considerando che per avere indietro le tasse pagate in più, oltre a far domanda, ci vogliono solitamente anni. Quindi l'ipotesi che possa scattare un accertamente rapido non è del tutto campata per aria. Certo, essendo il primo anno che l'Imu è stata adottata c'è da supporre che la macchina fiscale sia un po' tollerante. Ma si tratta di una supposizione. Pagato il saldo i cervelloni delle Finanze e del fisco cominceranno a girare. I 23-24 miliardi di supposto gettito totale saranno noti al centesimo «solo a gennaio», ha spiegato il ministro dell'Economia Vittorio Grilli. E se neppure l'ex direttore generale del Tesoro può immaginare quanto incasserà lo Stato, figuriamoci noi comuni mortali. L'unica certezza è che saranno superati i 21 miliardi ipotizzati dalla Relazione tecnica iniziale e che i quattrini eventualmente in più non saranno restituiti. Insomma, se ci saranno entrate superiori «potrebbe essere salutare per i nostri conti», ha ammesso Grilli. Chi avesse sbagliato e non se ne renderà conto entro i prossimi 60 giorni (17 febbraio 2013) rischia grosso: la sanzione ordinaria è pari al 30% di quanto si sarebbe dovuto pagare più gli interessi legali su base annua. Sanzione che si applica alla parte di imposta Imu non versata. Più gli interessi annuali maturati. Vista la giungla di aliquote, i ritardi dei comuni nel comunicare la percentuale per i diversi tipi di immobili o proprietà, c'è da giurarci che molti italiani - certi di aver pagato quanto dovuto - riceveranno dal fisco (nell'arco di 2, 3 o 4 anni) una “bella” letterina. Un accertamento fiscale che moltiplicherà posticipato il costo dell'Imu.  Per chi non ha ancora la tredicesima sul conto, non ha potuto ottenere prestiti per pagare le tasse, o si è scordato un piccolo magazzino (o ha sbagliato i conti), insomma per tutti i ritardatari si può sempre mettersi in regola nei prossimi giorni pagando, ma solo in questo caso, una mini-sanzione. Esiste infatti l'opzione del “ravvedimento operoso”. Ravvedimento che  prevede una multa dello 0,2% (20 centesimi ogni 100 euro di tassa da pagare) per ogni giorno che passa fino al 14esimo. Dal 15esimo giorno al 30esimo, invece, la multa sale al 3%, ma si dovranno aggiungere gli interessi legali (pari al 2,5% annuo). Con sanzioni leggermente più salate (3,75%) si potrà pagare anche con oltre un mese di ritardo. Nella speranza che l'Agenzia delle Entrate - rastrellata una montagna di miliardi - a gennaio emani una direttiva che non incorrono in sanzioni i contribuenti che hanno commesso piccoli errori sotto i 20 o 50 euro. Ma è solo una speranza.  

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