Ocse, allarme sull'Italia: nel 2013 giù Pil, aumentano disoccupazione e deficit. Nel 2014 servirà una manovra lacrime e sangue
Pil in contrazione dell'1%, deficit al 3%, disoccupazione in crescita fino all'11,4%, inasprimento delle manovre fiscali: ecco cosa ci aspetta
Pil in contrazione dell'1%, deficit al 3% del Pil, disoccupazione in crescita fino all'11,4%, inasprimento delle manovre fiscali: è il 2013 "nero" che l'Ocse prevede per l'Italia, rivedendo radicalmente al ribasso tutte le previsioni per il nostro Paese. Ma le cattive notizie dell'Economic outlook dell'organizzazione mondiale per lo sviluppo riguardano tutta l'Eurozona, colpita anche il prossimo anno dal calo dell'occupazione e considerata il "fattore di rischio più grave" per l'economia mondiale. Per ora il ministro dell'Economia Vittorio Grilli smentisce ogni rischio ("Avremo il pareggio di bilancio anche nel 2014, non avremo bisogno di manovre correttive") ma resta la paura. Italia a tinte fosche - In questo ritratto a tinte fosche, l'Italia fa purtroppo la parte del leone. Secondo l'Ocse dopo il +0,6% nel 2011, il Pil italiano dovrebbe registrare quest'anno una contrazione del 2,2% e dell'1% nel 2013. Nel 2014 dovrebbe tornare a crescere a +0,6%. Per il 2013 la precedente previsione prevedeva una flessione dello 0,4%, ma le cose andranno decisamente peggio. La disoccupazione dovrebbe sfiorare il 12% entro il 2014: dopo 8,4% nel 2011, il tasso dovrebbe salire al 10,6% nel 2012 e all'11,4% nel 2013. L'inflazione, invece, salirà nel 2012 al 3,2% dal 2,9% del 2011. Nel 2013 dovrebbe scendere all'1,9% e allo 0,9% nel 2014. Alla luce delle previsioni dell'Ocse, che ha stimato un deficit/Pil al 2,9% nel 2013, l'Italia potrebbe avere bisogno di una nuova stretta fiscale nel 2014 per rispettare l'obiettivo di una riduzione del debito al 119,9% del Pil nel 2015. Il giudizio sulla linea del governo di Mario Monti è a due facce. Da un lato le misure di austerità hanno causato "il maggior calo dei consumi registrato in Italia dalla Seconda Guerra Mondiale". Dall'altro, soprattutto le politiche sul lavoro riusciranno a sollevare l'Italia da una decade di stagnazione economica e l'esecutivo che gli succederà dovrà proseguire sulla stessa linea di riforme strutturali e consolidamento fiscale. Soffre l'Europa - Sarà un po' tutta l'Europa, però, a soffrire nei prossimi due anni. La disoccupazione nell'Eurozona dovrebbe salire dal 10% del 2011 all'11,1% nel 2012 e all'11,9% nel 2013. Nel 2014 dovrebbe attestarsi al 12 per cento. L'area euro tornerà alla crescita solo nel 2014, con un'espansione dell'1,3%. Le nuove stime dell'Ocse vedono l'economia dell'unione monetaria in calo dello 0,4% quest'anno e dello 0,1% nel 2013. Secondo il capo economista dell'Ocse Piercarlo Padoan se non si eviterà il contestuale giro di aumento delle imposte e i tagli ai bilanci si rischia "un forte choc negativo" che potrebbe portare gli Stati Uniti e l'economia globale in recessione. D'altro canto, la Spagna non riuscirà a rispettare gli obiettivi di bilancio stabiliti per i prossimi due anni a causa dell'aggravarsi della recessione e proprio per questo non deve insistere con le misure di austerity per evitare di peggiorare ulteriormente la situazione della propria economia.