Bilancio Ue, al vertice sfuma l'intesa
Una sinistra fumata nera al vertice europeo di Bruxelles sul bilancio dell'Unione Europea: le divisioni tra falchi e colombe sono troppo forti. L'attesa riunione si chiude con un nulla di fatto. Insanabili, per ora, le diverenze tra i fautori della linea del rigore (guidati in questo caso dalla Gran Bretagna) e i Paesi mediterranei. Herman Van Rompuy, il presidente del Consiglio europeo, ha avanzato una nuova proposta, che di fatto non è stata nemmeno discussa: nel vertice ci si è limitati a verificare che possa essere costituita una base per un futuro negoziato. L'incertezza - L'appuntamento è stato rinviato all'inizio del prossimo anno: gennaio o febbraio, è ancora da stabilire. Alcune fonti diplomatiche italiane hanno specificato che "il rinvio è meglio di una rottura". La voce è stata fatta circolare pochi minuti prima dell'annuncio ufficiale del fallimento, effettuato dalla presidenza cipriota. Le stesse fonti del governo di Roma hanno fatto sapere che non sarebbe comunque un problema data l'assenza di scadenze immediate. Al contrario, un eventuale accordo a ventisei - Gran Bretagna esclusa - sarebbe "drammatico". Da par suo, Londra sembra che non abbia voluto mollare un millimetro. Londra intransigente - Secondo le indiscrezioni, il premier britannico Cameron si è dimostrato più intransigente di tutti sull'intricata questione del bilancio pluriennale: fonti diplomatiche hanno riferito che anche Angela Merkel, addirittura, avrebbe avuto una linea meno dura rispetto a quella di Gran Bretagna, Svezia e Olanda. Al termine degli incontri, il vertiche ha affidato a Van Rompuy il "mandato" di presentare una nuova bozza di compromesso, che sarà discusso in un successivo incontro di capi di Stato e di governo. I tagli - Nel dettaglio, al vertice, si discuteva del bilancio europeo per il periodo 2014-20: la COmmissione aveva proposto un budget da 1.047 miliardi di euro, che Van Rompuy ha ridotto a 973. I tagli proposti dal presidente del Consiglio Ue, in particolare, riguardavano la spesa per la Pac e per i fondi di coesione. Secondo Londra e i Paesi rigoristi, i tagli sono insufficienti: il "fronte dell'austerità" li ha reputati troppo esigui. Per Francia e Italia, al contrario, i tagli sono inaccettabile: obiettivo dei paesi "amici della coesione" è preservare gli aiuti allo sviluppo.