Allarme europeo sull'Italiazero crescita, altri sacrifici
Nel giorno in cui in America Barack Obama prometteva che il meglio deve ancora venire, l'Europa ha avvisato l'Italia che il peggio non è passato. "Si potrà assistere ad una ripresa tiepida solo a partire dalla seconda metà del 2013. Lo dice la Commissione europea, che prevede per l'anno prossimo una contrazione del Pil limitata allo 0,5% (a maggio scorso aveva invece previsto un +0,4%), mentre nel 2014 una crescita dello 0,8%. "Sulla base dell'assunto di una graduale normalizzazione delle condizioni sui mercati finanziari e di un'incertezza ridotta - scrive l'esecutivo Ue nelle previsioni economiche d'autunno pubblicate oggi - il ritmo di contrazione dell'attività economica dovrebbe decelerare nella seconda metà del 2012, dopo due trimestri consecutivi di diminuzione del Pil reale dello 0,8%". L'attività economica, secondo la Commissione, dovrebbe "cominciare a crescire di nuovo dalla seconda metà del 2013, ma ad un ritmo ancora debole". In particolare, il prossimo anno, i consumi privati dovrebbero contrarsi ulteriormente, per "tornare in territorio positivo solo nel 2014". Pareggio di bilancio lontano La Commissione stima un pil in calo del 2,3% (-2,4% le previsioni del governo) quest'anno e dello 0,5% (-0,2%) per il 2013. Se poi le tensioni sui mercati finanziari dovessero allentarsi, cosa nient'affatto scontata, l'Italia potrebbe acciuffare uno 0,8% di crescita (rispetto ad un +1,1% previsto da Palazzo Chigi). Il prolungamento della recessione avrà effetti devastanti sul mondo del lavoro. La disoccupazione è, infatti, destinata ad aumentare ancora nei prossimi due anni, passando dal 10,6% del 2012 (contro l'8,4% dell'anno scorso) all'11,5% del 2013 fino all'11,8% del 2014. Il commissario Ue Olli Rehn, ha spiegato che a piegare l'ItaliA è stato il combinato disposto delle manovre correttive e delle «pressioni al rialzo sui tassi di interesse», che hanno «amplificato l'impatto depressivo del consistente consolidamento di bilancio sulla domanda interna» . La Commissione europea conferma che l'Italia otterrà il pareggio di bilancio strutturale nel 2013 (-0,4%), ma sarà solo un miraggio. Per il 2014, a politiche invariate, il deficit salirebbe di nuovo a -0,8%. Quanto al debito (previsto al 126,5% nel 2014), Rehn ha avvertito che «il ritmo rallentato di riduzione» rispetto a quanto previsto in primavera, «è fonte di preoccupazione soprattutto nel contesto di una prospettiva di crescita lenta». E all'orizzonte si profilano nuove manovre correttive,