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Il governo contro Marchionne:tengono più ai 19 della Fiomche ai 500mila disoccupati

Elsa Fornero

Matteo Legnani
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Tutti contro "l'uomo dell'anno". Governo compreso. Nel mirino c'è Sergio Marchionne e la sua decisione di porre in mobilità 19 lavoratori per "accogliere" i 19 operai della Fiom che le toghe gli hanno imposto di assumere per riparare alla "discriminazione" del sindacato rosso. La mossa dell'ad del Lingotto non ha suscitato solo l'ira dei sindacati e delle tute blu, ma anche quella del solito Diego Della Valle ("salviamo l'Italia da Marchionne"), ha tuonato, ma anche quella del governo tecnico, che di fatto "licenzia" il manager italocanadese che, negli Stati Uniti, per la gestione di Chrysler è trattato alla stregua di un eroe. Prima Corrado Passera, a titolo personale, ha preso le distanze dalla decisione di Marchionne, spiegando che "la mossa certamente non mi è piaciuta". Poi ecco che entra in campo Elsa Fornero, che chiede in una nota ministeriale di "non mettere in mobilità i 19 lavoratori". Chissà, forse il ministro del lavoro pensando al destino degli operai è scoppiata in lacrime, come le è ri-accaduto nell'ultimo Consiglio dei Ministri. Forse, però, dovrebbe disperarsi e frignare per i disastri che lei ha compiuto. Il primo, quello dei 300mila esodati restati per la sua riforma della previdenza senza lavoro né pensione. Il secondo, quello della disoccupazione, cresciuta secondo l'Istat di 554mila unità da quando Elsa è titolare del dicastero sul Lavoro. Ovvio, dispiace per il destino dei 19 operai Fiat, ma Elsa forse farebbe bene a pensare alle migliaia di persone che ha ridotto sul lastrico. Così Passera - "Ovviamente non entro nel merito di decisioni interne ad ogni azienda. Certamente non mi è piaciuta la mossa che è stata fatta. Però, ripeto, azienda libera e se la vedono al loro interno". Queste le parole scelte da Corrado Passera e spese a Sky Tg24 per intervenire sulla vicenda che, da mesi, vede contrapposti Fiat e Fiom. Il ministro dello Sviluppo Economico ha poi commentato le parole di Marchionne, che aveva assicurato che Fiat continuerà a essere presente e a investire in Italia: "Certamente è stata una buona notizia la conferma di non voler chiudere impianti in Italia. Faremo il possibile perché non siano impianti quasi fermi come sono oggi. Le nostre misure vanno proprio nella direzione di rendere più produttive e competitive le imprese manifatturiere in Italia". Così la Fornero - Dopo quelle di Passera e pressochè in contemporanea al nuovo attacco a Marchionne di Diego Della Valle, ecco anche il parere della Fornero, che boccia le scelte del manager italocandese. Il ministro del Lavoro ha espresso "rammarico e preoccupazione" per la decisione di Fiat di licenziare i 19 lavoratori, ed Elsa invita il Lingotto "a soprassedere all'avvio della procedura di messa in mobilità del personale". Quindi Fornero ha aggiunto: "In merito alle vicende successive alla sentenza di condanna all'assunzione dei 19 lavoratori nello stabilimento Fiat di Pomigliano e alla messa in mobilità di altrettanti dipendenti da parte della Fiat stessa - ha scritto in un comunicato - il ministro del Lavoro Elsa Fornero constata, con rammarico e preoccupazione: la novità della fattispecie che fa evolvere le relazioni industriali nel senso dello scontro e dell'indurimento della contrapposizione; la mancanza di volontà di dialogo di entrambe le parti; l'assenza di una posizione comune da parte sindacale. In questa situazione, il ministro del Lavoro si adopererà per quanto di sua competenza per fermare l'avvitamento in una spirale nella quale tutti, dai singoli all'intero Paese, sono perdenti. Pertanto, invita la Fiat a soprassedere all'avvio della procedura di messa in mobilità del personale, in attesa della verifica di una possibilità di dialogo che non riguardi soltanto il fatto specifico, ma l'insieme delle relazioni sindacali in azienda".    

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