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Italia, il cancro della corruzione: costa 60 mld l'anno

Poca trasparenza, cittadinanza sfiduciata, opere pubbliche che costano di più e imprese che crescono poco: è il nostro sistema-Paese

Roberto Procaccini
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  Un Paese zavorrato dalla corruzione, dove la gente non ha fiducia nelle amministrazioni, la trasparenza è poca, le imprese non crescono mentre i costi degli appalti, invece, lievitano eccome. E' l'immagine dell'Italia che esce dal rapporto realizzato dal ministero della Funzione Pubblica in vista della legge sulla corruzione, studio al quale si sommano le valutazioni della Corruption Perception Index di Trasparency International. I numeri - Al sistema Italia la corruzione costa 60 miliardi di euro all'anno in costi diretti, mentre le conseguenze indirette (come inadeguatezza delle opere pubbliche o mal funzionamento degli enti) comportano un aumento medio del 40 per cento dei costi della res pubblica. Chi ci va male, insieme alla cittadinanza, è il mondo delle imprese: secondo le stime della commissione ministeriale le grandi e medie aziende vedono il proprio tasso di crescita ridotto del 25 per cento all'anno, le piccole addirittura del 40. Tradotto: a causa della corruttela in Italia gli enti pubblici funzionano male e hanno meccanismi più oscuri e dispendiosi, gli appalti costando di più ma non per questo le opere e i servizi sono migliori, le aziende non crescono perchè sopraffatte da dinamiche non di mercato.  Credibilità a picco - L'Italia è il quarto paese più corrotto della Comunità Europea (peggio di noi solo Bulgaria, Grecia e Romania). Nella classifica mondiale è sessantanovesimo, pari con Ghana e Macedonia. Per gli italiani la colpa è quasi tutta dei partiti (responsabilità di 4,4 punti su 5), poi del Parlamento (4) e quindi di privati e pubblica amministrazione (3,7). Mentre la trasparenza degli enti è in forte ritardo (fissata a 10 l'assenza di corruzione, l'Italia si attesta a 3,9 mentre la media è 6,9), siamo in vantaggio sul numero di cittadini raggiunti da richieste di corruzione: 17 per cento contro il 9 per cento medio dell'Ue.  

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