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Le imprese italiane pagano l'elettricità 10 miliardi in più l'anno rispetto all'Ue

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Confartigianato: non solo crediti non pagati, gli imprenditori massacrati dal caro bollette. Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna le regioni più colpite

Giulio Bucchi
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Da una parte i crediti non pagati, dall'alto le bollette più care d'Europa: così lo stato italiano uccide aziende e imprenditori. Degli 80 miliardi di euro che l'Erario deve alle imprese si sapeva, ma ora Confartigianato lancia un altro allarme: gli imprenditori italiani pagano ogni anno per l'elettricità 10 miliardi in più rispetto alla media europea. Molto dipende anche dalle tasse, visto che la pressione fiscale sulla bolletta energetica delle imprese italiane copre il 21,1 per cento del totale.  Nord massacrato - I dati sono angoscianti: nel 2011 le aziende del Nord, le più colpite dal caro-bolletta, hanno sborsato 5,8 miliardi di euro in più rispetto ai colleghi dell'area Ue, mentre nel Centro e nel Mezzogiorno si sono pagati rispettivamente 1,7 e 2,5 miliardi in più. Nel dettaglio, la regione più penalizzata è la Lombardia (2,2 miliardi in più) seguita a ruota da Veneto (+ 1 miliardo), Emilia Romagna (+904 milioni) e Piemonte (+851 milioni). "Il costo dell'energia elettrica per uso industriale è una delle tante zavorre che frenano la corsa delle imprese italiane", sottolinea il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini. Tra le città, Milano la più tartassata (si pagano 555 milioni di euro in più rispetto alla media europea) davanti a Brescia (+467 milioni), Roma (+447 milioni), Torino (+343 milioni), Bergamo (+293 milioni). Ogni azienda italiana paga in media l'energia elettrica 2.259 euro all'anno in più rispetto alle aziende europee. Il divario con l'Europa sta aumentando se si pensa che tra 2010 e 2011 i rincari per le bollette industriali dell'elettricità sono stati dell'11% contro il +5,9% della media dell'Unione europea.   

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