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Record di disoccupazione in EuropaIn Italia un giovane su due è precario

Giulio Bucchi
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Allarme rosso per la disoccupazione in Italia e, più in generale, in Europa dove  il tasso varia dall'8% della Germania a oltre il 50% in Grecia e Spagna. I dati resi noti dall'Ocse riguardo l'Italia sono impietosi: quest'anno si toccherà quota 9,4% in più che diventerà 9,9% nel 2013. Dramma nel dramma la situazione dei soggetti più deboli, ragazzi in primis. Il costo occupazionale della crisi, infatti, "non è distribuito in modo uniforme. Sono stati soprattutto i giovani e i lavoratori meno qualificati a perdere il lavoro", spiega l'Ocse. Il tasso di disoccupazione giovanile nel 2007 era del 21,6%, mentre oggi si attesta al 36,2% con un consistente aumento di quella di lungo periodo  (oltre 12 mesi) che è passata da poco più dell'8%  della forza lavoro giovanile al 15,8% (contro 3%-5% della media italiana). L'incidenza della disoccupazione di lungo periodo sulla disoccupazione giovanile totale è passata quindi dal  circa 38% al 43,6% (quasi un giovane su due è senza lavoro). Particolarmente colpite le donne il cui  tasso di disoccupazione è passato dal 29,4% al 32,1% mentre quello degli uomini dal 27,9% al 29,1%.  Altro capitolo dolente è quello dei ragazzi italiani che non hanno un'occupazione e al tempo stesso non sono a scuola o in formazione. Secondo i dati Ocse sono pari a circa il 20% della popolazione tra 15 e 24 anni, il terzo peggior dato tra i Paesi industrializzati, alle spalle di Turchia e Messico e il doppio rispetto agli altri big europei. Molti i fattori che concorrono a spiegare perchè la crisi abbia colpito soprattutto i giovani in Italia. Innanzitutto, i nuovi arrivati nel mercato del lavoro mancano di esperienza e questo è ancora più penalizzante in un periodo di crisi dell'ampiezza di quella attuale. In secondo luogo, i giovani italiani sono spesso occupati con contratti atipici, in particolare contratti a termine e altre forme relativamente più precarie. Dalle statistiche Ocse emerge  che il 49,9% dei giovani italiani tra i 15 e 24 anni occupati hanno contratti temporanei, in aumento dal 46,7% del 2010 e dal 44,4% del 2009 (e dal 26,2% del 2000), contro una media Ocse nel 2011 del 25,3% e la media dell'11,8% del lavoratori italiani tra 25 e 54 anni. Questo spiega - conclude l'Ocse - perchè i giovani in Italia sono anche i primi a perdere il lavoro quando le condizioni economiche peggiorano. In generale, peraltro, il tasso di disoccupazione di lungo periodo della Penisola è tra i più elevati dell'area Ocse, con un'incidenza media pari al 66,9% della disoccupazione totale tra 6 e 12 mesi e del 56,8%  oltre i 12 mesi, in peggioramento rispetto al 64,6% e al  48,5% del 2010. Si tratta del quarto peggior dato tra i 34 Paesi Ocse (solo Irlanda, Estonia e Repubblica slovacca fanno peggio) contro una media dell'area del 48,4% e del 33,6% rispettivamente.  

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