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Rating sbagliato sull'Italiauna mail tradisce Standard & Poors

Uno dei principali analisti dell'agenzia bocciava il doppio declassamento di gennaio. Ma non è stato ascoltato

Matteo Legnani
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  «Non è giusto che tu dica che c'è un elevato livello di vulnerabilità ai rischi di finanziamenti esterni. Attualmente è proprio il contrario, uno dei punti di forza delle banche italiane è stato proprio il limitato ricorso/appello ai finanziamenti esterni o all'ingrosso. Per favore rimuovi il riferimento alle banche». È 13 gennaio 2012 quando Renato Panichi, l'analista responsabile per le banche di Standard&Poor's, una delle prime agenzie di rating del mondo, spedisce questa mail, in inglese, ai colleghi Eileen Zhang e Moritz Kraemer, autori insieme a Franklin Crawford Gill, del report che quello stesso giorno aveva causato il doppio declassamento del debito sovrano dell'Italia: da A a BBB+.  Questa missiva, da tre giorni, fa parte del fascicolo aperto dal sostituto procuratore di Trani, Michele Ruggiero, nei confronti dei vertici di Standard&Poor's, nei cui confronti la procura ipotizza il reato di manipolazione di mercato continuata e pluriaggravata. Inchiesta nata sull'onda di un esposto-denuncia presentato da due associazioni dei consumatori, Adusbef e Federconsumatori. Per il magistrato, la mail è un ulteriore puntello a sostegno della tesi secondo cui l'agenzia di rating, dal maggio 2011 al gennaio 2012, avrebbe manipolato costantemente i mercati finanziari causando all'Italia «un danno patrimoniale di rilevantissima gravità», nonché numerosi crolli in Borsa e, incidentalmente, un cambio della guardia a Palazzo Chigi. Leggi l'articolo integrale di Tommaso Montesano su Libero in edicola oggi 30 giugno  

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