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Napoli: scontri davanti sede Equitalia. A Milano aggrediti due funzionari dell'agenzia

Nella città partenopea la polizia ha dovuto caricare i manifestanti che tentavano di assaltare l'ufficio di Equitalia

Pruneddu Pietro
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  Milano e Napoli, divise su tutto, da sempre. Unite e accomunate dalla pazienza esaurita dei propri cittadini. E le due piccole capitali economiche italiane si sono ribellate a Equitalia. Proteste, cortei, scontri e aggressioni in una giornata segnata dall'odio nei confronti dell'Agenzia. Questa mattina nella città partenopea una manifestazione organizzata contro Equitalia è sfociata in scontri tra il corteo e le forze dell'ordine davanti alla sede di corso Meridionale. Dopo i sette suicidi registrati in Campania a causa della crisi, circa 200 persone si sono date appuntamento . Uno striscione recitava "Chiudere Equitalia subito". I manifestanti hanno trascinato cassonetti al centro della strada e urlano "Assassini". Poi il lancio di pietre e le cariche della Polizia. Si registrano una decina di agenti e un ragazzo feriti negli scontri.  Anche Milano non ne può più - A Melegnano, invece, due ispettori di Equitalia sono stati aggrediti. I due malmenati non avrebbero riportato gravi lesioni. È accaduto in uno studio di commercialisti nel milanese, quando per motivi ancora non noti un imprenditore edile, presente nello studio dei fiscalisti, ha cominciato a prendere a calci uno dei due ispettori. Pacco bomba a Roma - Un pacco bomba è stato inviato alla direzione generale di Equitalia in via Grezar a Roma, zona Eur. Il pacco conteneva poca polvere pirica ed era senza innesco. Secondo quanto si è appreso dagli investigatori, la busta non poteva esplodere perché non c'erano innesco né fili che potessero renderla esplosiva. Lo scorso dicembre un pacco bomba vero era esploso nella sede centrale, in via Millevoi, ferendo a un amano il direttore, Marco Cuccagna. L'attentato, in quell'occasione, fu rivendicato dal Fai, la stessa sigla che ha rivendicato oggi l'agguato contro Adinolfi.  Disperazione nel Lazio - La Digos di Viterbo ha fatto irruzione nell'abitazione di un piccolo imprenditore residente in un paese della provincia che, poco prima, con una telefonata alla sede Uil aveva annunciato che si sarebbe recato all'Agenzia delle Entrate di Viterbo, armato di pistola, e avrebbe ucciso gli impiegati. "Prima che mi rovinino del tutto ammazzo qualcuno di loro". Nella casa dell'uomo, perquisita dalla forze dell'ordine, non sono state trovate armi.

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