Grecia quasi fuori dall'euroEcco quanto ci costerebbe
Nei paesi deboli l'uscita da Eurolandia costerebbe da 9.500 a 11.500 euro a persona. Su ogni italiano peserebbe 10mila euro l'anno per almeno un decennio
Anche l'ex comunista Alexis Tsipras, ieri, ha mollato la spugna. Oggi, a dare un governo ad Atene, ci riproverà il socialista Venizelos, ma l'ipotesi che la Grecia segua il destino dell'Italia dandosi un governo tecnico o ritorni a votare (non si sa con quali esiti, a questo punto) si fa sempre più concreta. Come resta sul tavolo, perduranti le enormi difficoltà, l'ipotesi di un uscita del paese dall'euro, come una buona fetta dell'opinione pubblica chiede da tempo. Di un'uscita di Atene dalla moneta unica e di un ritorno alla dracma si parla ormai da più di un anno. Ma il breakup della moneta di Eurolandia (così viene definito nel gergo della finanza) comporterebbe un vero e proprio sconquasso sia per i conti pubblici del paese (in questo caso la Grecia) che “toglierebbe il disturbo”, sia per i cittadini degli altri. Eppure una scoccata contro Atene è arrivata anche dal presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, che ha dichiarato: "Se un membro del club non rispetta le regole, è meglio che se ne vada dal club". Ovvero, o la Grecia sta ai patti, oppure se ne può anche andare dall'euro. Ma quanto costerebbe all'Europa Unita l'addio di Atene alla moneta unica? I costi dell'addio - A quantificare i costi provocati dall'esplosione dell' euro è stato un gruppo di analisti della sede londinese di Ubs. Nel report diffuso Stephane Deo, Paul Donovan e Larry Hatheway mettono in fila in un elenco infinito gli effetti del breakup. A cominciare proprio dai costi legati al ritorno in circolazione delle vecchie valute: lira, peseta, scudo e dracma. Ebbene, in media per i Paesi deboli l' uscita da Eurolandia costerebbe da 9.500 a 11.500 euro a persona. Su ogni italiano peserebbe una cambiale di circa 10mila euro l'anno per almeno un decennio. Se invece dovesse saltare tutto il sistema della moneta unica i costi scenderebbero. Ogni cittadino tedesco, per esempio, dovrebbe pagare da 6 a 8mila euro il primo anno e da 3.500 a 4.500 gli anni successivi. Una cifra ben superiore al costo che i tedeschi devono sopportare come una tantum per il salvataggio di Grecia, Irlanda e Portogallo, vale a dire circa 1.000 euro a cranio. Se l'Italia dicesse addio - E se a uscire dall'euro fossimo noi, cosa ci toccherebbe? Sempre secondo il report Ubs, la nuova lira partirebbe svalutata del 50% rispetto al cambio attuale. Così per fare un euro ci vorrebbero circa 3.000 lire. Poco meno per comprare un dollaro. Gli effetti del deprezzamento delle nostre merci che renderebbero convenientissimo il Made in Italy su tutti principali mercati europei verrebbero però azzerati da dazi doganali di almeno il 50% che i i Paesi del Nord Europa imporrebbero quasi certamente da subito. In compenso ci troveremmo a pagare carissimo il petrolio che importiamo (tutto) e questo scatenerebbe un'inflazione a due cifre. Sicuramente superiore al 10%. Titoli di Stato - Diventerebbe insostenibile per le nostre finanze anche il peso dei titoli del debito pubblico emessi in euro, destinati a rimanere in circolazione. Senza contare gli interessi, pure questi non inferiori al 10%. Vale la pena di notare che i tre analisti di Ubs non escludono l'insorgere di violenti disordini sociali che potrebbero portare addirittura a alla guerra civile.