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Romney-Gingrich, è il giorno del giudizio

Primarie repubblicane, sfida decisiva in Florida tra i due favoriti. Gli ultimi sondaggi sono tutti per Mitt

Giulio Bucchi
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Oggi 31 gennaio in Florida e' il giorno del giudizio per Romney-Gingrich. Prima dell'apertura dei seggi, alle 7 ora di New York, erano gia' arrivate per posta o voto anticipato oltre 600mila schede con la preferenza espressa, sui due milioni di elettori attesi. Gli ultimi sondaggi sono tutti per Mitt, che per esempio distanzia Newt di 15 punti, dal 43% al 28%, nella rilevazione Reuters/Ipsos che ha chiuso di fatto la campagna lunedi' 30. Se effettivamente vince la tappa della Florida, l'ex governatore puo' perdere solo la nomination se gli scoppia qualche scandalo in mano. Lo Stato di Miami infatti e' molto importante, per vari motivi. E' il primo del sud con un numero cospicuo di votanti, e quindi una affermazione qui e' piu' significativa di quelle in Iowa (dove vinse Santorum), in New Hampshire (Romney) e in Sud Carolina (Gingrich). A questa primaria possono partecipare solo i Repubblicani registrati, quindi il vincitore e', piu' che altrove, l'espressione di cio' che pensa il partito in quanto struttura. In palio, in questa tornata, ci sono poi ben 50 delegati che andranno alla Convention d'agosto che si terra', oltretutto, proprio in Florida, e il regolamento elettorale locale prevede che chi vince prende tutto, non in proporzione ai voti raccolti. Altra caratteristica della Florida e'che ci sono alte percentuali di ispanici e di anziani, e relativamente anche di ebrei: sono tre categorie influenti a livello nazionale e aggiudicarseli qui vuol dire essere ben messi anche negli Stati delle sfide a venire. Inutile dire, infine, che lo Stato di Miami, essendo tradizionalmente swing, ballerino, e premiando con un consistente numero di Grandi Elettori chi vince nell'election day, sara' decisivo quando si confronteranno a novembre Obama e lo sfidante del GOP. Nel 2000, con Bush e Al Gore, un pugno di voti diede la presidenza al repubblicano. Per tutte queste ragioni, pratiche e simboliche,  aggiudicarsi questo Stato per Romney e' come vincere la tappa del Gran Premio della Montagna al giro. La corsa, poi, e' in discesa. Anzitutto, oltre ad essere il candidato con le casse piu' ricche di cash (ha speso in spot 5 volte tanto Gingrich in Florida) , con la vittoria di Miami vedra' crescere il flusso dei finanziamenti, poiche' molti elettori facoltosi del GOP saranno sempre piu' inclini a salire sul carro del probabilissimo trionfatore. Ma, inoltre, Mitt ha dalla sua il calendario delle primarie di febbraio. Nevada (dove vivono molti mormoni),  Colorado, Minnesota sono tutti Stati in cui Romney vinse le primarie o i caucus gia' nel 2008, quando non era il favorito del lotto come oggi. Il caucus del Maine dovrebbe essere una passeggiata, e cosi' il Michigan, dove suo padre fu governatore apprezzato e che gia' diede a Mitt la vittoria quattro anni fa. Anche l'Arizona ha molti elettori mormoni, e inoltre sulla immigrazione, tema caldo in quello Stato di frontiera,  Mitt si e' posizionato piu' a destra di Gingrich. Fino al Super Martedi di inizio marzo, insomma, Romney potra' solo ampliare il vantaggio, e correra' solo il rischio di un dibattito TV, dove peraltro ha dimostrato di aver imparato a tenere testa a Gingrich dopo la sconfitta subita in Sud Carolina. Ora non resta che attendere lo spoglio e contare i voti veri dei floridiani. di Glauco Maggi

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