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Obama è il presidente più abortista della storia

Per Barack la pratica è un "fondamentale diritto costituzionale" perchè permette alle donne di fare la stessa carriera degli uomini

Giulio Bucchi
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Nel 39esimo anniversario della sentenza della Corte Suprema nota come “ Roe versus Wade”,  che sancì la legittimità dell'aborto, Obama ha fatto un discorso commemorativo che lo immortala come il più abortista e secolare dei presidenti americani. Per Barack,  la pratica è un “fondamentale diritto costituzionale” perchè, in sostanza, permette di far fare alle donne la stessa carriera degli uomini. Con una scelta di parole che sono nella forma infelici e nella sostanze ciniche, il presidente ha detto che la interruzione forzata della vita “continua il nostro sforzo di assicurare che le nostre figlie abbiano gli stessi diritti, le stesse libertà' e le stesse opportunità dei nostri figli di realizzare i loro sogni”. “Dobbiamo ricordare che la decisione della Suprema Corte non solo protegge la salute della donna e la libertà riproduttiva”, ha continuato Obama, “ma anche afferma un principio più generale: che il governo non dovrebbe mai intromettersi nelle materie private della famiglia. Rimango impegnato a proteggere il diritto di scegliere della donna e questo fondamentale diritto costituzionale”.  Barack, Michelle, e la schiera di liberal che non si pongono il problema di intromettersi nella libertà della gente di mangiare quello che gli pare e impongono i broccoli integrali e la soia nei pasti delle scuole pubbliche vietando alle mamme di mettere le merendine con la marmellata in cartella, sono invece dell'idea che sia giusto lasciar libere le minorenni di abortire senza neppure dirlo a casa. E, quasi che sia il diritto di farsi pagare le cure per l'anemia infantile, la riforma della salute ObamaCare ha imposto a tutti i datori di lavoro, anche alle scuole, ospedali, e enti di carità religiosi di offrire ai dipendenti (o in alternativa di pagare una multa) una polizza di stato per coprire le spese per “la libertà' antiriproduttivà, dalla pillola all'aborto. Obama vede davvero l'aborto come lo strumento pubblico, pagato dalle tasse, per realizzare i “sogni delle figlie americane”, e non come il dramma che è . Cioè il frutto della disgregazione delle famiglie, soprattutto di quelle povere e delle minoranze etniche, quella afro-americana in primo luogo. Barack, come primo presidente (mezzo) nero, e con una famiglia modello,  aveva in mano una carta formidabile per indicare all'America che ne ha più bisogno la riforma dei costumi familiari e sessuali nel segno della riscoperta dei valori veri : cioè la stabilità del matrimonio e il senso di responsabilità dei padri di colore. Invece, mentre Michelle coltiva le carote organiche e vieta Facebook alle sue due teenager, il presidente pensa solo a compiacere alla lobby femminista e alla sinistra laica del suo partito. E se, malgrado la pratica diffusissima degli aborti, piu' della meta' delle nascite tra i neri avviene fuori dalle coppie sposate, Obama pensa che i sogni da realizzare delle giovani figlie americane debbano continuare a basarsi su quel “fondamentale diritto di scelta della donna”. O “assassinio” secondo i credenti pro vita. di Glauco Maggi twitter @glaucomaggi

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