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L'ansia dei voti

Bambini e voti scolastici

giovanni morelli
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In effetti, la rivalità è una componente emotiva tipica dell'età evolutiva. Tutti i cuccioli, che vivono in branco, amano confrontarsi e misurarsi tra pari. Questo offre loro la possibilità di fare esperienza di sé e verificare il proprio livello di crescita. La “cultura del successo” e del profitto, anche scolastici, promossa dalla nostra società occidentale, pesa enormemente sull'istintiva e ludica competizione del bambino, snaturandola e privandola del suo significato evolutivo: se non sei bravo non solo vali poco ma rischi di non sentirti amabile e accettato, anche dai compagni. Alcuni ragazzini, più timidi e/o più emotivi, mal sopportano climi relazionali fortemente competitivi, accompagnati dall'espressione di pesanti giudizi di valore, di umilianti confronti o di “prese in giro”. Se, invece, l'ansia da prestazione fosse solamente un problema riguardante il bambino è utile riflettere su quali atteggiamenti e dinamiche familiari possano aver contribuito a renderlo così sensibile alla competizione. Talora le aspettative genitoriali o il confronto con modelli adulti fortemente competitivi, possono indurre il figlio a pretendere il massimo da sé stesso. È indispensabile, poi, che il bambino sia aiutato a superare l'ansia e ad avere fiducia in se stesso e comprendere che l'affetto non dipende in alcun modo dai risultati raggiunti. Stima ed amore sono categorie diverse, non sovrapponibili.

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