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L'Italia, un Paese per cani:per loro nessun taglio

Nel Belpaese in crisi si rinuncia ai caffè. Ma sugli animali non c'è alcun tipo di spending review. Anzi, arrivano i pranzetti biologici e le specialità sofisticate

Andrea Tempestini
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    di Daniela Mastromattei Chi trova un amico trova un tesoro.  Lo sanno bene i sette milioni di italiani che convivono con un cane e i sette milioni e mezzo che hanno scelto di aprire la porta della loro casa (e prima ancora del loro cuore) a un gatto. L'amico  a quattro zampe  sa  perdonare  le nostre  debolezze, le nostre scortesie, le nostre assenze, ci ama con immutata intensità. Non avverte  la necessità  di teorizzare sull'amore, né su qualsiasi altro argomento. Aspetta dietro la porta il nostro rientro. Non  chiede perché abbiamo  fatto tardi. Anzi è motivo per raddoppiare le  sue feste che ci fanno dimenticare  giornate storte e problemi di lavoro.  Lui è così affettuoso da farci tornare il sorriso.  Per questo non mi stupisce  scoprire che secondo il rapporto Italia Eurispes 2013 oltre la metà delle famiglie (il 55,3%) ha in casa uno o più animali. E che il dato è in forte crescita rispetto al 2012 (erano al 41,7%). Alcune sono new entry, ma c'è chi ha raddoppiato (poco più del 10%), prendendo un secondo cane, un secondo gatto o tentando la convivenza tra le due specie. Gli intoccabili     Mi stupisce ancora meno scoprire che mentre l'International Coffee Organization segnala che  abbiamo ridotto i consumi di caffè, (al livello più basso degli ultimi sei anni) e non andiamo più al bar, non risparmiamo sulle spese per i nostri beniamini (rapporto Assalco-Zoomark 2012). Anzi: pranzi e  cene   (biologici,  con gusti sofisticati e specialità per chi soffre di allergie) per cani e gatti sono assicurati. Non solo: crescono del 2,1%, più della media europea, ferma all'1,6%.  Ebbene sì, siamo disposti a rinunciare al caffè per nutrire in modo sano  il nostro cane o gatto (oppure coniglio o criceto: sono 1,8 milioni nelle case degli italiani). L'amico  a quattro zampe ha solo noi. Ma non  è questo che  spinge noi a  prenderci  cura di lui. È  quel rapporto particolare,   mai sottoscritto,  che è riuscito giorno dopo giorno a costruire e a farci viviere.  Quella  sua gioia ci fa sentire scelti ogni giorno,  speciali, unici ai suoi occhi.  Per  lui facciamo qualche rinuncia,  non ci pesa.  Non ci pesa portarlo fuori la domenica mattina anche se vorremmo  restare sotto il piumone ancora  un po'. Tanto più che conosciamo  il suo sguardo triste di quando inclina la testa  di lato,  incredulo. Più triste che incredulo, nel sapere che stiamo uscendo di casa senza di lui. Così è ogni volta che lo lasciamo per andare al lavoro. Il mondo emozionale dei cani e  dei gatti  è innocenza allo stato puro, assenza di malizia, incapacità di ingannare (avete mai sentito un cane raccontare una bugia?).      È tutto ciò che desideriamo da un amico. Tra gli esseri umani,  un amico che mi abbia ingannato c'è. Anche più di uno.          Nella maggior parte dei casi, spendiamo per lui meno di 30 euro al mese. Nel 31,6% l'investimento varia dai 30 ai 50. L'11% dei proprietari spende invece da 51 a 100 euro, il 3,5% da 101 a 200, lo 0,2% da 201 a 300 e l'1,1% più di 300 euro al mese. Piccole cifre, ma messe insieme raggiungono gli oltre 1600 milioni di euro per 536 mila tonnellate di cibo. Un bel  business.  Certo  non fa piacere sapere che  cresce la percentuale di cani e gatti obesi. Perché vuol dire che il padrone non fa attenzione a  cosa   mette nella ciotola.      Non si preoccupa né della quantità, e forse nemmeno della qualità. Tanto che alcuni produttori di «pet food» hanno aggiunto alla loro offerta un servizio di consulenza nutrizionale gratuita e personalizzata. Purina ha anche un numero verde dedicato (800.525.505) per chiedere consigli e rimettere a punto la dieta (certe volte sarebbe utile anche ai padroni). Una sana alimentazione è fondamentale sia per noi, sia per l'amico a quattro zampe che  non va  nutrito a schifezze. Non vogliamo  vederlo star male per colpa di cibo  economico, o peggio non controllato. Sapendo  che non può dirci che ha la nausea o   mal di pancia ed è urgente  una visita dal veterinario. Non può dirlo, e quando lo capiamo, a volte,  è troppo tardi. Purtroppo.   Veterinario  Quanto costa andare dal veterinario? Quanto si spende per le cure mediche del  nostro cane o gatto? Il 63,8% se la cava con un centinaio di euro l'anno per veterinari e medicinali (63,8%), il 24,3% spende da 101 a 200 euro, il 7,7% da 201 a 300 euro e il 4,2% più di 300. Anche qui è una cifra globale  significativa. Secondo l'Aisa, l'Associazione nazionale imprese salute animale, nell'ultimo biennio il segmento dei farmaci per gli animali domestici è cresciuto dell'8%, raggiungendo quota 254 milioni (erano 235). Se aggiungiamo i prodotti igienici, la cifra si assesta sui 465 milioni. Prevenire è sempre  meglio che curare.  Poi c'è chi   esagera. E qui  mi dissocio su tutta la linea. In tanti comprano abiti e cappottini, collari  e guinzagli con gli strass, accessori fashion e super griffati.   Il 34,7% spende fino a 50 euro l'anno; il 6,3% da 51 a 100, l'1,6% anche più di 150.  Altra  tendenza, il regalo di Natale e di compleanno: palline per gatto, finti topolini, osso rosa o azzurro con il nome inciso sopra.      Non cerchiamo di umanizzarli, loro  vanno bene così come sono... capolavoro della natura.    

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