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Il trucchetto tedesco abbellisce i conti

Mattias Mainiero risponde a Otto K. Ohm

Mattias Mainiero
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  Una domanda semplice semplice per capire se il signor Monti (e tutti quelli che lo hanno preceduto) stanno truccando i bilanci. Ogni anno si aggiungono contenziosi tributari per 34 miliardi di euro, liti fiscali che nella metà dei casi in primo grado si risolvono a favore del contribuente, percentuale che aumenta se si considerano anche gli esiti dei gradi di giudizio successivi. Chissà se lo Stato mette a bilancio tutti i 34 miliardi di euro come se fossero già stati realmente incassati oppure se queste entrate vengono iscritte a bilancio solo quando sono effettivamente incassate. Otto K. Ohm Erlangen (Germania) Risposta semplice semplice, caro Otto K. Ohm da Erlangen, Deutschland: l'Italia non trucca i conti. Forse lei non lo sa, ma il bilancio dello Stato è roba abbastanza complessa. C'è il bilancio preventivo, ovvero entrate e uscite che si prevedono per il futuro, una sorta di programma finanziario. Poi c'è il bilancio consultivo, e cioè le entrate e le spese già avvenute, quindi il bilancio di competenza e pure il bilancio di cassa, ovvero le entrate effettivamente riscosse, comprese quelle derivanti dai contenziosi tributari, e le uscite realmente pagate. E c'è a anche la Corte dei Conti che vigila sul bilancio dello Stato e sulla sua correttezza. Come se non bastasse, ci sono l'Europa e la Banca d'Italia. C'è l'Istat, assieme all'Eurostat, e c'è un Paese con tanti difetti ma con le addizioni e le sottrazioni in regola, certificate non da noi o non solo da noi ma anche dagli organismi internazionali. Direi che può bastare. Non siamo, da questo punto di vista, una minaccia né per la Germania né per l'Europa. Piuttosto, se fossi in lei, guarderei in casa sua. Kreditanstalt für Wiederaufbau, in sigla KfW. Le dice qualcosa? E' più o meno come la nostra Cassa Depositi e Prestiti. Con una differenza: le sue passività (428 miliardi di euro, fonte Corriere della Sera) non entrano nei conti pubblici tedeschi, anche se, in caso di difficoltà, sarebbe comunque lo Stato tedesco a dover intervenire. Un trucchetto, scrive il Corriere, grazie al quale il debito pubblico della Germania supera di poco i duemila miliardi, e non i duemila e cinquecento, e si attesta all'80,7% del Pil e non al 97,4%. Che fa, lo dice lei alla sua Merkel o lo dobbiamo dire noi, che lo abbiamo già scritto anche se la Merkel se ne infischia? [email protected] Dalle liberalizzazioni si calcola che ogni famiglia potrà risparmiare circa 900 euro l'anno. Un po' pochini, non bastano certamente per riportare il bilancio in pareggio visto che grazie alle nuove tasse ogni anno se ne vanno 2000 euro in più. Va bene liberalizzare e lasciare che il mercato faccia il suo corso e livelli i prezzi verso il basso, ma tutto questo è perfettamente inutile se non si mette in atto una seria campagna di contrasto alla formazione dei cartelli che inevitabilmente si vengono a formare. Le assicurazioni Rc auto sono state iberalizzate eppure l'automobilista italiano è quello che paga di più in Europa, ogni tanto l'antitrust si sveglia e stacca qualche multa apparentemente salata. Un milione di euro per una compagnia petrolifera che fattura miliardi ogni anno è una goccia nel mare, l'equivalente di pochi centesimi per le nostre tasche. E così tutto rimane come prima. I cartelli si combattono con misure più drastiche come ad esempio la sospensione della licenza. Se il governo Monti vuol dimostrare che quello che ha fatto contro Microsoft può essere fatto anche in Italia, allora mostri il pugno duro. Avrebbe il coraggio di bloccare per un mese una società petrolifera o una assicurazione di Stato? Non credo proprio. Clementina Nosemie.mail Carissimo, mi sorprendo questa mattina in quello stato di appagamento dolce, che mi accompagna ogniqualvolta la sera leggo. Mi sembra di farci un po' all'amore con i miei libri. Lei ha letto qualcosa di bello ultimamente?Maria Luisa Mazzocchi San Marino L'ultima cosa che ho letto è stata la sua lettera.   E basta chiacchere! La categoria dei  tassisti non riscuote il consenso della gran maggioranza dei concittadini! Provate ad  arrivare in una stazione di media grandezza dopo le 11 di sera  e a non vedere l'ombra di taxi nè altro mezzo pubblico. Dovrete "disperatamente" chiamare padri, sorelle, zii, amici, col rischio di dover passare la notte in sala d' attesa! Almeno ci fosse un numero d'urgenza da chiamare! E invece... arrangiati! E le tariffe? possibile che in Inghilterra dove tutto è carissimo, prendere il taxi costi poco piu' che prender il bus o la metro e che se ci  si va in due si risparmia? Ma i citadini queste cose le sanno benissimo e le sa pure Monti, che finalmente ci mette mano, per fare del Paese una "potenza" civile oltre che economica. Mi viene pero' il sospetto che il vero motivo di rivolta dei tassisti sia il rifiuto a lavorare di piu' per mantenere gli attuali livelli di incassi. Altro che solidarietà verso i giovani! Un motivo in piu' per cambiare. Bene Professore! Finalmente!Giuseppe Zanandrea Merano La stragrande maggioranza dei cittadini italiani non ha mai preso un taxi in vita sua. Di conseguenza, dubito che i  tassisti possano riscuotere il loro consenso o dissenso. Caro Mainiero, leggo che al ministero dello Sviluppo economico sono aperti 300 "tavoli" per altrettante crisi aziendali, che coinvolgono più di 300mila lavoratori. Si tratta in buona parte di aziende decotte che non hanno alcuna possibilità di sopravvivere in un mondo globalizzato. La soluzione più semplice sarebbe quella di prolungare la cassa integrazione o la mobilità, rimandando ai posteri la soluzione del problema. La soluzione più logica sarebbe quella di sostenere le aziende in crisi congiunturale e chiudere definitivamente le altre, prevedendo un sostegno temporaneo ai lavoratori interessati. E' difficile realizzarla? Sicuramente, ma non dobbiamo dimenticare che, d'ora in poi, niente sarà più facile.Attilio Lucchini e.mail  

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