Sindaco Pisapia, faccia togliere quelle due corone
Egregio Dottor Mainiero, le segnalo che le due corone del Comune di MIlano in onore (sic!) dei Martiri delle foibe giacciono dallo stesso giorno della cerimonia sul marciapiede, appoggiate ad un muro, a disposizione delle pisciate dei cani. Lorenzo Biglio e.mail Giro la segnalazione, caro Biglio, a chi di dovere, ovvero al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, naturalmente sperando in un sollecito intervento. Per il resto, c'è poco da aggiungere, anche se forse non è corretto farne una questione esclusivamente di foibe ed esclusivamente politica. C'è di più e di diverso in quelle due corone abbandonate (non le ho viste, ma mi fido dei suoi occhi). C'è un senso di pressappochismo, di superficialità, di tirare a campare. C'è una città dai grandi progetti (pensi all'Expo) che affoga nei piccoli problemi quotidiani. Come se una massaia vagheggiasse di cambiare casa o di cambiare mobilio, ristrutturare qua e là, la nuova veranda, il camino e forse pure un architetto per sistemare lo studio, e poi lasciasse un bel mazzo di fiori (un ex bel mazzo di fiori) ad appassire in salotto. I petali cadono giorno dopo giorno. Una sterile corona ora circonda il bel vaso che fu. Chiunque, entrando in quel salotto, capirebbe che la massaia non è una grande massaia. C'è qualcosa che non va in lei. Pensa in grande, ma nel suo salotto buono aleggia l'odore della disfatta. Un sindaco, e non me ne voglia l'eccellentissimo Pisapia, non è molto diverso dalla massaia. Ha solo una casa enormemente più grande, un salotto che è Piazza Duomo. E noi non pretendiamo che il sindaco Pisapia vada di persona a togliere quelle corone o a sistemare tutti gli angoli della città. Però, essendo il Primo cittadino, potrebbe mandarci qualcuno. E poi Milano non è immensa come New York. Non è Tokio, non è una sconfinata megalopoli. Più controllabile. Più gestibile. Se solo i nostri amministratori capissero che spesso la grandezza sta nei piccoli gesti, le piccole incombenze quotidiane. Promemoria per il sindaco Pisapia: la nostra massaia in quel salotto può appendere pure un Rembrandt. Il salotto saprà sempre di decadenza. E Milano e i milanesi non meritano questo. [email protected]