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Se ne va (arrabbiato) e sfotte il Milan: "Siete messi male. Avete bisogno di un assegno?..."

Zlatan prima di fare le valigie si toglia la soddisfazione di sferrare un uppercut alla dirigenza rossonera

Andrea Tempestini
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La firma e l'ufficialità ancora non ci sono, ma la sua immagine (insieme a quella di Thiago Silva) è sparita dalla campagna abbonamenti del Milan (come sul sito dei rossoneri non è più possibile comprare la sua maglietta). Insomma, Zlatan Ibrahimovic è un giocatore del Paris Saint Germain. Certo, l'ingaggio faraonico (quasi 15 milioni a stagione secondo le indiscrezioni) lo "consola" ma, per una volta nella sua carriera, ingaggio a parte, forse Zlatan non aveva tutta questa voglia di fare (ancora) le valigie. Lo aveva detto chiaro e tondo alla dirigenza che lui, l'attaccante svedese, un anno in più in rossonero lo avrebbe speso volentieri (a patto però che la società facesse qualche buon acquisto sul mercato). Ma le sirene parigine, fatte suonare dai petrodollari degli sceicchi, hanno piegato il Milan, che si è liberato di Ibra e di Thiago in un pacchetto "tutto compreso" che vale circa 70 milioni di euro (senza contare il risparmio sugli ingaggi). Il punto è che con l'avvento del fair play finanziario - e l'ad rossonero, Adriano Galliani, lo ripete da tempo - il pareggio di bilancio è la priorità della squadra: non si poteva resistere all'onda di quel fiume di denaro. Ma Ibra non ha gradito il trattamento da "pacco postale" (al pari di Thiago, irritato per essere stato prima trattenuto anche grazie a un ritocco all'insù dell'ingaggio e poi spedito via dopo il rilancio dell'offerta). E Zlatan, si sa, non ama la raffinata arte della diplomazia. E così ieri, venerdì 13 luglio, da Ibizia seguiva al cellulare l'evoluzione del suo destino calcistico. Oltre alle telefonate con l'agente Mino Raiola anche quelle con la dirigenza rossonera, asserragliata tra le scartoffie e i sudori della trattativa in via Turati, nella sede della società a Milano. E in una di queste telefonate Zlatan, come riportato da Alberto Costa sul Corriere della Sera, si è tolto la soddisfazione di sferrare un uppercut alla dirigenza rossonera. "Ma il Milan davvero non ha più soldi - ha chiesto il fuoriclasse -? Siete messi proprio male... Vi serve un assegno". Scontato l'imbarazzo, il senso di impotenza e un pizzico di rabbia provati all'altra estremità della cornetta...

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