Casini a Bersani: "Non si allei con Vendola"
l leader dell'Udc: "Impossibile stare con chi presenta il referendum sull'articolo 18"
Il Cavaliere, Silvio Berlusconi, ha scelto la tattica del silenzio. Il presupposto del suo ragionamento? Semplice, meglio tacere mentre la sinistra fa quello che le riesce meglio: autodistruggersi. E ai conflitti interni che si sviluppano sull'asse Renzi-Bersani, si aggiungono anche quelli "esterni", ossia i fendenti che si scambiano Nichi Vendola e Pier Ferdinando Casini, teorici, possibili alleati di un'accozzaglia monstre che, se andasse al governo, renderebbe il Paese ingovernabile. E mentre, secondo alcune indiscrezioni, Bersani si sarebbe già stufato di Vendola (galeotto fu il referendum in ticket con Di Pietro sull'articolo 18), torna all'attacco proprio il leader dell'Udc. "Non accettiamo ultimatum da nessuno, non dobbiamo nulla al Pd né abbiamo alcun accordo con loro - tuona Casini -. Sulla legge elettorale - aggiunge - si può però trovare un'intesa sul premio, non sulle preferenze". "Mai con Nichi" - Insomma anche il barometro dei rapporti tra Udc e Pd volge sempre più verso il maltempo. Nel corso di una conferenza stampa, il leader centrista si rivolge ancora a Bersani: Non c'è nessun accordo con il Pdl, ma vogliamo raggiungere una intesa, una soluzione concordata", ma fra il nodo del premio di governabilità alla coalizione invece che al partito e il nodo preferenze è chiaro che "per me sono fondamentali le preferenze". Quindi Casini torna sulla polemica più scottante, quella con Casini: "Chi, dopo il governo Monti, si vuole assumere la responsabilità di guidare il Paese, niente ha a che fare con chi ha presentato i referendum dal contenuto antitetico a ciò che si è fatto in questi mesi". Insomma, se non fosse chiaro, l'ex presidente della Camera ribadisce che lui, con Nichi Vendola, non ci starà mai.