Cernobbio, l'ad di Banca Intesa: "Spero in un Monti-bis"
E il professore dopo il delirio mistico dà ancora i numeri: "Non soltanto ho salvato l'Italia, ma anche l'Europa". Forse crede di essere un Draghi?
L'intellighenzia finanziaria italiana, come di consuetudine all'inizio di settembre, si riunisce al workshop Ambrosetti di Cernobbio. E dal "conclave" dei banchieri si alza forte il grido: "Vogliamo un Monti-bis". Chiaro, le banche auspicano che il loro uomo, Mario Monti, resti al timone dell'Italia anche dopo il 2013. Il sentimento è diffuso, ma ad esternarlo senza pudori è stato Enrico Cucchiani, l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, di fatto l'erede del ministro tecnico Corrado Passera: "Una conferma di Mario Monti alla premiership dopo le elezioni del 2013 sarebbe fondamentale per il futuro del Paese", ha spiegato a margine del suo intervento. Il top manager ha poi rincarato: "Non solo lo ritengo fondamentale, ma anche altamente probabile, nel senso che soluzioni alternative potrebbero comportare grossi rischi per il Paese". Nuovo delirio di Monti - In parallelo paralva il diretto interessato, il premier Monti, che evidentemente scottato dalla "scoppola" presa da Mario Draghi (lui sì, il vero Super Mario, in grado di salvare Italia ed Europa), si è prodotto in un'intricata e surreale dichiarazione: "Molte delle cose fatte credo abbiano sofferto di angustia se prese tutte insieme, ma hanno permesso di evitare che l'Italia avesse un tracollo forse per lungo tempo irreversibile, e con essa l'Europa". Insomma (tralasciando la supposta "angustia" di cui avrebbero sofferto le riforme), Monti si intesta non soltanto il merito di aver "salvato l'Italia", ma addirittura l'Europa. Una completa follia, simile a quella che ci aveva "regalato" mercoledì, quando affermò che "la ripresa non si vede nelle cifre, ma è dentro di noi". "Grandi sacrifici" - Il premier ha parlato a Bari in occasione dell'apertura della Fiera del Levante, e ha aggiunto: "Preferisco aver schivato, credo, il precipizio e fatto del nostro Paese una forza viva e creduta dall'Europa. Un Paese che ha molto concorso a dare la svolta, anche a prezzo, mi rendo conto, di grandi, severi sacrifici per i cittadini e le imprese". Poi la consueta battuta sulla "guerra", ossia la lotta all'evasione fiscale, una "guerra contro fenomeni che minano alla radice la fiducia di ciascuno verso il vicino e il lontano. Se guerra è stata - ha aggiunto - è una guerra per la civiltà".