Monti: "L'Italia presto fuori dalla crisi"
Più che Mario Monti pare l'Azzeccagarbugli di manzoniana memoria, o uno sciamano di una tribù di aborigeni. La frase è la seguente: "E' vero che la ripresa non la si vede nei numeri, ma io invito a constatare che la ripresa, se riflettiamo un attimo, è dentro di noi ed è una cosa che adesso è alla portata del nostro Paese e credo che arriverà presto". Una sorta di "ripresa spirituale", quella auspicata dal Professore, che come ha - correttamente - ammesso, in verità viene condannato da tutti gli indicatori statistici: Pil, inflazione, disoccupazione, produzione industriale e spread (leggi l'approfondimento di Franco Bechis). E la condanna è arrivata anche dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che intervistato dal direttore di Libero, Maurizio Belpietro, ha parlato di "un autunno caldissimo" e ha bocciato l'operato del governo tecnico. Guarda "al di là del mare" - Il premier ha parlato in un'intervista concessa al direttore del Tg Norba 24, Enzo Magistà, che verrà trasmessa integralmente nel pomeriggio. Rispondendo a precisa domanda, Monti ha risposto: "Siamo ripartiti", anche se la ripresa "non si avverte". Un completo no-sense. "Io - ha aggiunto - sono molto lieto di questa occasione di intervento a Bari alla Fiera del Levante - ha proseguito -. Pensiamo a un anno fa, all'inaugurazione della precedente Fiera. Bari guarda alla Grecia, Paese che tutti amiamo e dal quale tutti abbiamo preso tanto culturalmente e storicamente. Un anno fa non eravamo ancora ben consapevoli, ma rischiavamo di essere travolti da una crisi finanziaria come era avvenuto al di là del mare". "Forti in Europa" - "Quest'anno - ha continuato il premier - tale prospettiva è decisamente allontanata, siamo tra i Paesi che decidono insieme in Europa come risolvere il problema greco, siamo reinseriti in un circuito di decisioni, siamo rispettati. Questo non è piovuto dal cielo, questo è stato il risultato di una presa di coscienza da parte della classe politica, da parte del governo, da parte dei cittadini della necessità di mettere su una base più sicura l'economia italiana, di togliere alcune deviazioni rispetto alla saldezza di lungo periodo. Questo naturalmente ha comportato, ed era inevitabile, dei sacrifici". Sacrifici che però, secondo il premier, hanno portato alla ripresa mistica: quella che troviamo "dentro di noi". "Niente bis, ma subito la riforma elettorale" - Sull'ipotesi di un Monti bis, il premier chiude ancora la porta: "Mi sembra che sia meglio che io mi sforzi di contribuire fino all'ultimo minuto al buon andamento del governo Monti, non bis, e poi altri penseranno a cosa vorranno che succeda dopo". Poi sulla legge elettorale il professore richiama i partiti: "All'Italia urge una legge che dia stabilità al governo del Paese, e questo è un auspicio che viene anche dall'estero". Il premier ne è convinto, e aggiunge: "Io non sono propriamente un tecnico delle istituzioni politiche, un tecnico di legge elettorale. In italia e a Roma non mancano, non manca certo il know how per queste cose, anzi se mai ce n'è troppo. E' vero che lei - ha proseguito - non mi ha mai sentito dire 'vorrei questa legge elettorale' però mi avrà sentito spesso dire, eccheggiando le parole del Presidente della Repubblica, che vorrei che ci fosse presto una buona legge elettorale e questo, io che sono costretto a dialogare molto anche con gli altri paesi, lo sento come un'esigenza molto percepita all'estero dove, bontà loro, sono per lo più positivi su quello che in questi mesi si è fatto in Italia, ma non amano avere una totale incertezza su quello che accadrà dopo". L'arte dello "scaricabarile" - In un successivo passaggio dell'intervista, Monti si impratichisce nell'arte dello "scaricabarile" e, rivolgendosi alle parti sociali, afferma: "Molto della sorte dei lavoratori, degli imprenditori e del Paese è nelle vostre mani", e il governo "le aiuterà a rendersene conto". E ancora: "Il governo ha cercato di mettere in ordine la finanza pubblica in buona parte riuscendosi, ha fatto riforme che toccava al governo promuovere o fare come la riforma delle pensioni, la riforma del mercato del lavoro. Ma le parti sociali italiane che sono molto mature e consapevoli si rendono conto e il governo li aiuterà a rendersi veramente conto che molto della sorte dei lavoratori degli imprenditori e del paese è nelle loro mani e non solo e non tanto nelle mani del governo. Ecco perchè - ha concluso il premier - ci sederemo con loro per fare in tempi brevi un ragionamento sul fatto che la produttività italiana non sta andando bene e questo è vero da diversi anni".