Salta la tassa sulle bibiteMa è censura sulle scommesse
Ridimensionato il decreto Balduzzi: salve le bevande, abolita la distanza minima tra slot e scuole. Leggi il testo integrale della bozza del provvedimento
di Fosca Bincher Arriva la seconda versione del decretone sulla sanità ed oggi Renato Balduzzi prova ad avere il via libera da parte del Consiglio dei ministri. Dopo le riunioni degli sherpa dei ministeri, e le polemiche dei produttori, sono saltate molte norme della prima versione. Prima di tutte la contestatissima tassa sulle bibite con zuccheri o dolcificanti aggiunti che le associazioni dei consumatori avevano sprezzantemente ribattezzato “tassa sul rutto”, visto che gran parte di quelle bibite sono gassate. Salta anche la tassa sui superalcolici, che avrebbe colpito nella formula originaria praticamente solo i produttori italiani. Sulle bibite introdotta comunque una nuova norma, che prevede dal primo gennaio 2013 l'obbligo per tutte le bevande analcoliche di «essere preparate con un contenuto di succo naturale non inferiore al 20 per cento». Gli articoli del decreto scendono da 27 a 18, e alcuni di questi sono ballerini perché nella bozza stessa si ipotizza lo stralcio per l'inserimento nel pacchetto sulla agenda digitale che sta preparando il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. La bozza del nuovo decreto sanità Leggi il testo integrale L'altra novità introdotta è destinata a fare discutere: si vietano spot e pubblicità di ogni genere per tutte le scommesse e le lotterie a premio. La norma è fortemente voluta dal duo Balduzzi-Andrea Riccardi, due veri talebani contro la ludopatia, ma aprirà altre polemiche. Sicuramente fra gli operatori: il calcio su Sky e Mediaset premium è in gran parte finanziato dalla pubblicità delle scommesse sportive, e si crea un danno rilevante a stagione ormai iniziata. Altre grandi società sono concessionarie di giochi dello Stato, qualcuna è addirittura quotata, e anche qui il danno sarebbe rilevante. Ma senza spot probabilmente il danno che è in grado di bloccare la norma lo subirebbe l'erario, che sui giochi e le scommesse fonda gran parte delle sue entrate. Il testo della norma recita così: «Al fine di prevenire fenomeni di ludopatia sono vietate: a) le comunicazioni commerciali audiovisive e radiofoniche, dirette o indirette, che inducano all'acquisto di prodotti o alla partecipazione ad attività di gioco, quali lotterie, concorsi a premio, scommesse sportive, newslot e o ad attività, anche on line, comunque denominate, finalizzate alla riscossione di somme di denaro, la cui vincita sia determinata esclusivamente dal caso, all'interno di programmi radiotelevisivi rivolti ai minori nei venti minuti precedenti o successivi alla trasmissione degli stessi e nella intera fascia oraria dalle 16 alle 19,30». Stesso divieto è previsto per la pubblicità sulla stampa o su mezzi pubblici o in sale cinematografiche cui abbiano accesso i minori. Resta in piedi l'altra parte del decreto sulla organizzazione della sanità, e anche l'obbligo di certificazione medica per iscriversi in palestra o piscina, ma non è più specificato quale medico debba fare il certificato.