Il Cav: "Ruby, sarò assolto. Non so ancora se mi candido"
Berlusconi: "Tranquillo per i processi. IL 2013? Me lo chiedono tutti, non ho ancora deciso, sono al servizio dell'Italia"
Silvio Berlusconi candidato del centrodestra al voto 2013? Non è detto. A seminare il dubbio è lo stesso Cavaliere in un'intervista al quotidiano di sinistra francese Liberation. "Tutto il partito, a cominciare dai deputati, mi chiede di tornare per beneficiare della mia popolarità in campagna elettorale. Non ho ancora deciso ma una cosa è sicura: sono sempre stato al servizio del mio Paese", sono le parole dell'ex premier, che da settimane è il candidato numero uno a guidare il Pdl nella prossima campagna elettorale. "Ciò che mi spinge a continuare a impegnarmi è il senso di responsabilità verso il mio paese e forse l'amarezza di non aver fatto tutto ciò che volevo". A Liberation Berlusconi smentisce ogni tipo di sospetto su una possibile congiura ordita ai suoi danni da Merkel e Sarkozy nell'autunno 2011 per farlo dimettere ("Non ne so niente e non ci credo"), ma sottolinea ancora una volta il proprio giudizio non propriamente positivo sul governo del suo successore Mario Monti: "Ho lasciato per far nascere un governo di tecnici che beneficiasse dell'appoggio di maggioranza e opposizione, al fine di poter finalmente cambiare la struttura dello Stato e fare dell'Italia un Paese governabile come la Francia. Sfortunatamente, per il momento, così non è stato". Meriti e guai - In ogni caso, in attesa di capire cosa accadrà nelle prossime settimane, resta la soddisfazione per questi 18 anni in politica, dal 1994: "Questo ha permesso di evitare che la sinistra arrivasse al potere, tenendo conto che in Italia abbiamo una sinistra che è ancora ancorata alle pratiche del vecchio partito comunista. E' un merito storico di cui sono fiero". E sui dubbi legati alla propria situazione processuale (l'ex premier è a processo a Milano con l'accusa di prostituzione per il caso Ruby), il Cav assicura: "Sarò assolto, come è sempre accaduto". Euro e crisi - A preoccupare e non poco Berlusconi è però anche e soprattutto la situazione di crisi internazionale. Al quotidiano della gauche francese il presidente del Pdl rassicura tutti sulla natura europeista del centrodestra italiano: "L'ipotesi di un'uscita dall'euro è senza dubbio stata brandita da certi membri del mio partito in modo tattico per far cambiare direzione alla posizione tedesca. Ma nel Pdl riteniamo tutti che l'uscita dall'euro sarebbe un disastro", spiega. "Da parte mia ho solo detto che di fronte all'intransigenza sulla disciplina di bilancio e al rigore, che sono obiettivi importanti ma insufficienti se non si prendono come controparte misure sulla crescita, il problema di un'uscita dall'euro finirà per porsi inevitabilmente, almeno per salvare la forza produttiva del nostro Paese".