Fini si copre di ridicolo:"Sì al semipresidenzialismoma non quello del Pdl"
Il leader di Fli: "E' solo propaganda". Dura replica di Cicchitto: "La smetta di fare politica". Gasparri: "Così rinnega tutto il suo passato"
Gianfranco Fini semipresidenzialista? Sì, ma solo quando gli fa comodo. O meglio: non lo è quando l'occasione è buona per attaccare il nemico giurato, il Pdl. Dopo il "sì" al Senato alla proposta di riforma costituzionale (Lega Nord e Pdl hanno votato insieme ricostituendo, almeno per un giorno, la vecchia alleanza), ecco le dichiarazioni del presidente della Camera: "Ero semipresidenzialista 30 anni fa e lo sono anche oggi, per questo sono sconfortato per il vecchio vezzo del Pdl di confondere propaganda e politica che torna a essere dominante". E ancora: "Sono semipresidenzialista e ho un'idea di come funziona in Francia". Il punto è che secondo il leader di Futuro e Libertà, "non si scrive un testo della Costituzione come fosse un volantino di propaganda". Insomma, la riforma votata al Senato da Pdl e Lega è "una operazione di propaganda che deve essere condannata". Le parole di Fini si commentano da sole: si dichiara a favore del semipresidenzialismo, ma poiché è stato proposto dall'asse "nemico" (Carroccio e Azzurri) è da bollare come una sparata propagandistica. Pur di attaccare i vecchi compagni di partito, il presidente di Montecitorio è disposto a cadere nel ridicolo. "Azione politica" - Subito sono fiorite le replice alle parole di Fini. Per primo Fabrizio Cicchitto, che contesta l'azione eminentemente politica dell'ex alleato: "Ancora una volta, e su una questione assai delicata quale quella del presidenzialismo, il presidente Fini confonde il ruolo politico con quello istituzionale, ripetendo la battuta di Massimo D'Alema sul volantino di propaganda. Per noi - ha aggiunto il capogruppo Pdl alla Camera - il progetto di riforma costituzionale dell'elezione diretta del Presidente della Repubblica è fondamentale, anche perché serve ad avvicinare i cittadini alle istituzioni, ragion per cui ne chiederemo la calendarizzazione nei lavori delle commissioni competenti per portare il disegno di legge nell'Aula di Montecitorio il prima possibile". "Rinnega il suo passato" - Quindi la dura replica di Maurizio Gasparri: "E' un dato di fatto che Fini abbia tradito il presidenzialismo, dopo aver dedicato a questa causa tanto tempo e tante energie. Ma che da presidente della Camera esprima giudizi inaccettabili sulla libera determinazione del Senato è un fatto inammissibile - ha commentato il presidente del gruppo Pdl al Senato, sposando la posizione di Cicchitto -. Non si può presiedere un ramo del Parlamento - ha proseguito Gasparri - ed assumere un atteggiamento così fazioso, quando toccherà proprio alla Camera garantire la prosecuzione dell'iter della riforma costituizionale". Infine il commento del parlamentare del Pdl, Luca D'Alessandro: "Le parole di Gianfranco Fini, proprio perché pronunciate da chi confonde consapevolmente e per puro calcolo il ruolo di capo partito e provocatore politico con quello istituzionale, sono irricevibili. Tanto più perché riguardano una riforma, quella semipresidenziale, che lo vedeva in passato fra i più fervidi sostenitori. Adesso - ha concluso D'Alessandro - sembra rinnegare anche questa".