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Monti: "Potevamo fare di più. Perso l'appoggio dei poteri forti"

Il premier si sconfessa:

Sulle pensioni: "Nel breve termine i sacrifici possono apparire non tollerabili". Alla Merkel: "Subito gli eurobond"

Andrea Tempestini
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"Nell'ultimo anno l'Italia ha attraversato momenti difficili ma abbiamo iniziato con forza, supportati con coraggio dai nostri cittadini, un discorso serio di riforme strutturali. Oggi l'opinione pubblica appare concentrata a constata, qualche volta denuncia, la mancanza dello slancio riformatore del nostro governo", prova a difendersi il premier Mario Monti. Che poi getta la maschera: e si boccia su tutto. "Non posso negare - ha proseguito intervenendo in videoconferenza al congresso nazionale dell'Acri - che avremmo potuto fare di più e meglio, ma molte delle riforme sono state messe a punto con incisività, nonostante molte di queste riforme infrangessero molti dei tabù che erano intoccabili". Quindi il mea culpa sulle pensioni, che "affronta in modo strutturale il nodo della sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico che per fortuna di tutti deve tener conto della cescente aspettativa di vita". Soltanto che, aggiunge il professore, "nel breve termine i benefici possono apparire non tollerabili, soprattutto per chi deve affrontare il disagio e la marginalità sociale della vita quotidiana e si sente penalizzato". "Perso appoggio dei poteri forti" - Monti spiega poi che "il mio governo e io abbiamo sicuramente perso in questi ultimi tempi l'appoggio, che gli osservatori ci attribuivano, dei poteri forti. Non incontriamo, infatti, favori in questo momento di un grande quotidiano che è espressione di poteri forti, e presso Confindustria. Ma scopro oggi che il potere fortissimo dell'Acri apprezza la nostra azione". Il premier continua nell'analisi del suo operato e getta altre secchiate di pessimismo: "Nell'ultimo anno l'Italia ha attraversato momenti difficili che non sono purtroppo dietro alle spalle".  Gli eurobond - L'attenzione del premier si sposta poi sulla crisi dell'euro e sul contesto europeo. "Sono fiducioso - ha proseguito -, perché attraverso i contatti di queste ore, sta emergendo in questi giorni, come in altre crisi vissute dall'Europa, il senso di urgenza di prendere decisioni difficili e importanti che facciano evolvere la costruzione comune". L'attenzione di Monti è posta ancora una volta sui titoli di debito comune: "Quello degli eurobond è un argomento che deve restare sul tavolo e affrontato non in un lungo periodo. Gli eurobond - ha aggiunto - non devono costituire una divisione tra i Paesi".

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