Schifani processa il Cav e Alfano:"Questo Pdl è nel caos totale"
Il presidente del Senato: "Il nostro elettorato è frastornato, non si capisce dove vogliamo andare. Basta aspettare Casini e strizzare l'occhio a Grillo"
Nel Pdl dilaniato dalle fazioni e che deve fare i conti con una gravissima emorragia di consenso si alza - inaspettata e tuonante - la voce di Renato Schifani, il presidente del Senato, che in una lettera inviata al Foglio di Giuliano Ferrara sfoga tutta la sua frustrazione. L'appello è rivolto direttamente al Cavaliere: "Si può restare insensibili - si chiede Schifani - di fronte al lento sfilacciamento di un partito che è stato, e resta, l'architrave dell'Italia moderata e liberale? Io non me la sento di girare lo sguardo dall'altro lato. Credo di potere rivendicare a pieno titolo il diritto di chiedere a Berlusconi e all'intera classe dirigente del Pdl un'operazione verità". Schifani processa i vertici azzurri: da Silvio al segretario Angelino Alfano. "Elettorato frastornato" - Secondo il presidente del Senato "l'operazione verità deve riguardare soprattutto il nostro presente e il nostro futuro. Il nostro elettorato è visibilmente frastornato". Quindi la dura critica all'ondivaga e contraddittoria linea tenuta dagli azzurri: "Un giorno il Pdl approva l'Imu e il giorno dopo irrompe sulla scena una parte del Pdl, certamente la più chiassosa, che minaccia di scendere in piazza contro l'Imu. Un giorno il Pdl approva i decreti, anche i più duri, di Monti e il giorno dopo la parte più colorita e populista del Pdl propone addirittura lo sciopero fiscale". Grillini mai - Schifani - che nelle prime righe della lettera premette che "se la crisi non fosse così aggressiva e lacerante, se la confusione delle idee non fosse così dispersiva e inconcludente, continuerei a stare rigorosamente entro i confini di quella terzietà che la carica istituzionale mi impone" - mette nel mirino poi la mancata presa di distanza di Berlusconi da Beppe Grillo: "Un giorno si ascoltano in televisione le più convinte dichiarazioni di Berlusconi a sostegno di Monti e il giorno dopo, anche e soprattutto sui giornali che si professano berlusconiani, si leggono titoli improntati al grillismo più avventato. Come meravigliarsi poi se la gente, soprattutto la nostra gente, non va a votare? Il nostro elettorato è salito sull'aventino dell'astensionismo perché non capisce più che cosa vogliamo, perché non vede più nel Pdl né la coerenza nè l'affidabilità". E ancora una battuta sui veti dell'Udc sul Cavaliere, che sono "inaccettabili": il Pdl, chiosa Schifani, non può continuare ad aspettare Casini mentre "Casini non perde occasione per dirci che non vuole venire".