Spending review: nessun taglio a Parlamento e Presidenza della Repubblica
Il decreto di Monti: Bondi non potrà 'sforbiciare' nemmeno la Corte Costituzionale
Mario Monti si riempie la bocca del termine "spending review", ossia il piano di revisioni e tagli alla spesa pubblica, che subito si presenta come l'ultima presa in giro del governo dei tecnici: il commissario straordinario incaricato di "sforbiciare", infatti, non avrà potere sulla presidenza della Repubblica, sulla Corte cosituzionale e sul Parlamento poiché hanno "autonomia costituzionale". Niente tagli per i cuori pulsanti della politica nazionale, insomma: è quanto prevede - sta scritto nero su bianco - nel decreto del presidente del consiglio dei Ministri in cui viene nominato il commissario straordinario, Enrico Bondi, e che stabilisce la durata "comunque non superiore a un anno" del suo mandato. Spending review, il governo allo sbando chiede aiuto ai cittadini Le funzioni di Bondi - Secondo quanto stabilito dal premier, Bondi svolgerà funzioni di "supervisione, monitoraggio e coordinamento dell'attività di approvigionamento di beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni". Tra le amministrazioni pubbliche che potranno essere sottoposte al processo di snellimento (Monti promette tagli per 4,2 miliardi di euro in un anno) sono incluse "tutte le amministrazioni, autorità, anche indipendenti, organismi, uffici, agenzie o soggetti pubblici comunque denominati, gli enti locali, nonché le amministrazioni regionali sottoposte a piani di rientro dal disavanzo sanitario per le voci relative alla spesa sanitaria". Il cronoprogramma - Il decreto firmato da Monti prevede poi che il commissario straordinario dovrà presentare entro 15 giorni dalla nomina "un cronoprogramma al Consiglio dei ministri, che ne verifica l'attuazione sulla base di relazioni mensili del commissario", che avrà diritto di corrispondere con tutte le pubbliche amministrazioni e con gli enti di diritto pubblico e di chiedere, ad essi, oltre a notizie e informazioni, la collaborazione per l'adempimento delle sue funzioni". Deadline per i ministeri - Per quel che concerne i ministeri, dovranno presentare la loro relazione sui tagli di spesa entro il 31 maggio di quest'anno. "Ciascun ministero - recita la bozza -, con la collaborazione della struttura di missione istituita con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, propone un progetto contenente sia gli interventi di revisione e riduzione della spesa atti a generare i risparmi di spesa previsti, sia misure di razionalizzazione organizzativa e di risparmi per gli esercizi futuri".