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"Ho le idee chiarissime". Ma non le dice: impone ai suoi di tacere fino al 30 giugno

Poi ammette il tracollo di Futuro e Libertà: "Non possiamo vivere soltanto della vecchia lotta a Berlusconi"

Andrea Tempestini
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"Se rimaniamo con il solo merito di avere archiviato Berlusconi, non basterà". Lo ha spiegato Gianfranco Fini a Futuro e Libertà nel corso dell'ufficio di presidenza del partito, intestandosi il "merito" di aver destituito Berlusconi grazie al processo innescato dallo "strappo" e ammettendo implicitamente di non essere riuscito a combinare nulla. Il presidente della Camera ha aggiunto che "dobbiamo definire una fisionomia culturale del nostro partito attraverso delle proposte che rappresentino un pugno per l'opinione pubblica". Gianfarnco ha assicurato: "Ho le idee molto chiare sul rilancio, ma non parlo giusto per parlare". Ha le idee così chiare che non si prende nemmeno il rischio di esporle. "Quando si avranno proposte tanto forti da occupare spazio nel dibattito pubblico - ha aggiunto - io mi spenderò in prima persona".  Le cinque proposte - Nel dettaglio, il piano segreto di Fini - che ha esortato i suoi a smetterla di "piangersi addosso" - conta cinque proposte, idee concrete, e che non siano una gara "a chi la spara più grossa". Per Gianfranco è ora di "spostare l'attenzione sui contenuti, non sul contenitore. Dobbiamo spostare l'attenzione della logica delle alleanze a quella dei contenuti concreti". E per riflettere, per estrarre le cinque idee dal cilindro e riflettere su tutto il resto, Fini ha imposto ai futuristi una sorta di embargo mediatico, fino al 30 giugno. L'assemblea nazionale - Nell'utlimo giorno di giungo il leader futurista ha annunciato un'assemblea nazionale, l'occasione buona per presentare le fantomatiche cinque "proposte-choc da imporre al dibattito politico". Secondo Gianfranco, se Fli riuscirà a portare a termine questo lavoro, potrà perimetrare le future alleanze perché "a ottobre avremo uno scenario diverso da oggi e, a maggio, sarà ancora diverso". Fini ha concluso sottolineando che è necessario tornare a una fase in cui Fli rappresentava "una certa idea di Italia vista da destra".

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