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Torna in tv e Ferrara smonta il mito: "Di un grigiore penoso, non sa fare nulla"

L'Elefantino sull'autore di Gomorra:

Il ritrattone dell'Elefantino: "Macchinetta sputasentenze, non dice nulla di interessante"

Andrea Tempestini
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Roberto Saviano, il nuovo guru della sinistra, ritorna in televisione stasera - lunedì 14 maggio - al fianco di Fabio Fazio su La7. E a smontare il mito dell'autore di Gomorra ci pensa Giuliano Ferrara su Il Foglio del lunedì. "Saviano al posto di Bocca - esordisce l'Elefantino -. Uno che non ha mai detto nulla di interessante, che non ha un'idea in croce, che scrive male e banale, che parla come una macchinetta sputasentenze, che brancola nel buio di un generico civismo, che è stato assemblato come una zuppa di pesce retorico a partire da un romanzo di successo, si prende la rubrica di un tipo tosto che di cose da dire ne aveva fin troppe". "Non sa fare niente e va su tutto" - Il riferimento è al nuovo format che condurrà al fianco di Fazio: Quello che (non) ho. Ma il ritrattone dedicato a Ferrara da Saviano ("una specie di Lapo in cerca di marketing sulle orme di Zuccotti Park") non è finito: "Saviano in ogni appello - prosegue l'Elefantino -, dalla lotta al traffico di cocaina ai diritti dei gay a chissà cosìaltro ancora". "Saviano - prosegue l'editoriale - non sa fare niente e va su tutto, è di un grigiore penoso, e i madonnari che lo portano in processione dalla mattina alla sera gli hanno fatto un danno umano, civile, culturale e professionale quasi besitale". Secondo Ferrara, l'eroe dell'antimafia "già non è dotato, ma poi mettergli in mano una specie di scettro da maghetto della popolarità e della significatività di sinistra o de sinistra, insignirlo di una strana laurea da rive gauche all'italiana, il caffè intellettuale dei mentecatti, chiedergli di pronunciarsi su tutto e su tutti come l'oracolo, di fungere da uomo-simbolo, lui che del simbolico ha appena la socrta, queesto è veramente troppo". "Basta con Saviano" - "I Moccia e i Fabio Volo - prosegue nell'editoriale - hanno scritto anche loro libri di successo. E' un guaio che ti può capitare, una brutta malattia come il premio Nobel e altre scemenze. Un giorno o l'altro qualcuno te la commina, se sei veramente sfortunato, e c'è chi sbava nell'attesa". Quindi la conclusione di Ferrara: "Ma via. Qualcuno deve pur dirlo. Facciamo un comitato, qualcosa di sapido e cattivo, qualcosa di rivoltoso e di ribaldo. Basta con Saviano".

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