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"Costava alle casse del partito 14mila euro ogni mese"

Dopo il licenziamento, l'ex autista e l'ex bodyguard si sfogano

Andrea Tempestini
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L'ex autista e bodyguard del Trota sono stati scaricati: senza lavoro. Il primo, Morando, "non era più gradito a Renzo", l'altro, l'autista Marmello, "ha tradito la fiducia del ragazzo" rendendo pubblici gli ormai celeberrimi video che documentavano le dazioni di denaro che l'ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito, metteva a disposizione di Renzo Bossi per le due spese. Due professionisti licenziati in tronco. Che ora si sfogano e alzano il velo sulle abitudini del rampollo di casa Bossi e sul suo stile di vita. E spiegano: si viaggiava moltissimo, ma non per impegni politici, bensì per prendere parte a feste mondante. Ossia: cene, feste, discoteche. Il tutto a spese della Lega: macchine, benzina e autostrade. Morando fa anche due conti: "Stipendio da consigliere regionale a parte, pari a 12.555 euro mensili, Renzo Bossi costava alla Lega 14mila euro al mese. Dodicimila euro per gli stipendi dello staff, più altri 2mila in contanti che ci venivano dati dal Carroccio per le sue spese correnti. In due anni - prosegue l'ex bodyguard - vengono fuori quasi 600mila euro che l'Italia ha pagato a questo ragazzo". Il blitz a Bratislava - Tra le scorribande degne di nota anche quattro blitz a Bratislava per serate che l'ex autista definisce "informali". E ancora: Brescia per lo shopping (dove ha speso la bellezza di "ottomila euro in un giorno"), Venezia per l'Heiniken Jammin Festival dove si era portato anche la claque di amici, il tragitto Gemonio-Cremona in quad, la Sicilia, per visitare le terre d'origine della madre, Manuela Marrone, e Monaco di Baviera (la benzina era gentilmente offerta dal Carroccio). In buona sostanza il Trota viaggiava, si girava l'Italia e il mondo grazie ai soldi pubblici e ai rimborsi di cui usufruiva la Lega Nord. Il suo peregrinare era sempre assistito dai due angeli custodi, l'ex autista e l'ex guardia del corpo, licenziati in tronco nel momento in cui il giocattolino si è rotto e le inchieste hanno fatto luce sugli scandali.

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