El Groia
Non si placano le polemiche a margine della decisione del procuratore Antonio Ingroia (dopo lunga trattativa) di mollare 9 milioni di atti palermitani per andare a fare l'investigatore in Guatemala. «Lei c'era già, in Guatemala» hanno tuonato alcuni deputati leghisti, mentre il guardasigilli, da via Arenula, faceva sapere che la collocazione fuori ruolo è praticamente cosa fatta: «Ingroia era già fuori ruolo da molti anni». Nuove indiscrezioni sono inoltre trapelate grazie a una violenta intervista rilasciata da Ingroia al settimanale Topolino: per le sue indagini - si apprende - il magistrato avrà carta bianca (più due matite e una gomma, pare) e potrà disporre a piacimento intercettazioni telefoniche: giusto il tempo di dotare il Paese anche di una rete telefonica. La conferma viene anche da «El Fato Quotidian», nuovo giornale di Antigua diretto da un indigeno, Peter Gomez, coadiuvato dal vicedirettore colombiano Narco Tramaglio. Risolti anche i problemi di sicurezza: una scorta di trenta uomini scorterà la scorta di Ingroia, peraltro favorito da tratti somatici che lo mimetizzeranno tra i migliaia di pescatori di San Josè. Pare rientrato anche l'incidente diplomatico dovuto alla gaffe di un poliziotto della scorta (un 24enne di Militello) che all'aeroporto ha incrociato e perquisito brutalmente la pacifista guatemalteca Rigoberta Menchu - premio Nobel per la pace 1992 - apostrofandola come «Rigoberta Minchia».