Adinolfi, arrestati a Torino i due presunti attentatori anarchici
Nella notte blitz contro gli anarchici che avevano rivendicato la gambizzazione del manager di Ansaldo Nucleare del 7 maggio scorso
I carabinieri del Ros e della Digos di Genova hanno arrestato nella notte a Torino i due presunti terroristi che la mattina del 7 maggio hanno gambizzato il manger dell'Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi. I due fermati, Nicola Gai e Alfredo Cospito, farebbero parte della cellula Olga del Fai, la Federazione anarchica informale che ha rivendicato l'attetanto, e sono accusati di attentato con finalità di terrorismo, lesioni aggravate con finalità di terrorismo, porto abusivo d'arma. Il blitz contro Gai e Cospito, che secondo gli inquirenti stavano progettando di fuggire all'estero, fa parte di un più ampio piano di perquisizioni e fermi effettuati in tutto il Centro Nord. L'attentato e la rivendicazione - Secongo gli inquirenti sarebbero dunque Gai e Cospito, già conosciuti dalle forze dell'ordine, gli esecutori materiali dell'attentato. Le indagini sono andate avanti da 4 mesi, scattate all'indomani di quel 7 maggio. Adinolfi, 53 anni, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, viene ferito da colpi di arma da fuoco alle gambe in via Montello, a Genova. Due persone a bordo di uno scooter, con il viso coperto dai caschi, lo avvicinano mentre esce di casa, in zona Marassi, per andare al lavoro. Improvvisamente uno dei due fa fuoco con una pistola, colpendolo all'altezza del ginocchio. Adinolfi viene subito soccorso e ricoverato all'ospedale San Martino. Fin dalle prime analisi, la dinamica dell'attentato suggerisce agli inquirenti una matrice di tipo eversivo. La procura di Genova indaga ipotizzando il reato di lesioni aggravate con finalità terroristiche. Quattro giorni più tardi, l'11 maggio, arriva anche la rivendicazione dell'attacco: è la Fai, Federazione Anarchica Informale, ad attribuirsi la paternità dell'attentato con un volantino di quattro pagine, subito considerato attendibile.