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Grosseto, ai domiciliari il ragazzo che pestò a sangue il carabinieri

Matteo Gorelli

Insieme a tre amici pestò gli ufficiali: uno entrò in coma e morì dopo un anno. Ora il ragazzo potrà uscire dal carcere: alla Exodus di Milano

Andrea Tempestini
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  Il 25 aprile del 2011, insieme ad altri tre amici, dopo un rave party aveva aggredito un carabiniere a un posto di blocco a Sorano, in provincia di Grosseto. L'appuntato, Antonio Santarelli, 44 anni, è morto dopo un anno di coma. Nell'aggressione fu ferito in modo grave anche un altro carabinieri, Domenico Marino, di 34 anni. L'aggressore, Matteo Gorelli, 20 anni, è agli arresti domiciliari, da scontare in una comunità, Exodus, in Lombardia. Il gip sabato ha firmato il provvedimento che consente a Gorelli di lasciare il carcere di Grosseto, dove era stato rinchiuso il giorno dell'aggressione. "Recupero di sè" - La richiesta del trasferimento in comunità era stata presentata dai difensori del ragazzo, i legali Luca Tafi e Francesco Paolo Giambrone. Quest'ultimo ha sottolineato che dall'inizio della carcerazione non era mai stata fatta richiesta di arresti domiciliari per Gorelli, che da tempo "ha iniziato un percorso di recupero di sé e il cui dolore per quanto accaduto non è mai cessato e si è acuito" con la morte del carabiniere. Anche il pm aveva espresso parere favorevole all'istanza per gli arresti domiciliari.  

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