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Trecentomila lettere pazze: l'ultima gaffe del Fisco

L'Agenzia delle Entrate invia "avvertimenti amichevoli" ai contribuenti: le spese non corrispondono alle dichiarazioni 2010. Ma è pioggia di errori

Giulio Bucchi
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  Non sono, ancora, cartelle pazze. Ma, in alcuni casi, sono lettere 'pazze', firmate dal direttore generale dell'Agenzia delle Entrate Attilio Befera. Trecentomila lettere relative alla dichiarazione dei redditi del 2010 e alle contemporanee spese giudicate dal Fisco "non compatibili con i redditi dichiarati". Nella lettera si chiede di giustificare tali acquisti e, in particolare, la provenienza dei soldi impiegati. Il problema è che, in diversi casi documentati e raccolti dall'agenzia AdnKronos, i riscontri dell'Agenzia non risultano corretti. Raccontateci i vostri problemi con l'Agenzia delle Entrate:  scrivete a [email protected] Gli errori del Fisco - Non essendo ancora attivo il nuovo redditometro, i dati sono quelli contenuti in database incrociati come il Pra per gli acquisti di auto o il registro delle imbarcazioni. Incroci che, evidentemente, non sempre sono compiuti con la dovuta attenzione. Emblematico il caso  di un contribuente, per altro lavoratore subordinato con aliquota   marginale Irpef al 38%, e quindi con ritenuta delle tasse alla fonte. Gli vengono attribuiti, nel 2010, l'acquisto di un'abitazione, di un'automobile, oltre all'accensione di un mutuo. Peccato che non abbia effettuato nessuna delle tre operazioni addebitate. Insomma, un caso di errore palese. Ma ce ne sono altri, più o meno plateali. I toni della lettera sono ancora concilianti. Ma chi legge si sente inevitabilmente sotto accusa. Il destinatario è, qualora espressamente specificato, tenuto a presentarsi alla sede dell'Agenzia delle Entrate competente territorialmente entro un termine molto breve, per evitare di incorrere in una multa fino a duemila euro. In   alcuni casi, invece, si specifica che la lettera "ha finalità meramente informative e pertanto non è necessaria alcuna risposta".    Consigli e avvertimenti - In particolare nella lettera si spiega al contribuente che "potrà essere chiesto di dimostrare che la quota di spese eccedente, per almeno un quinto (20%), il reddito complessivo dichiarato sia stata finanziata con redditi diversi da quelli posseduti nel 2010, o con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o, comunque, legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile". Poi, si ricorda che "nel caso in cui non fosse in grado di dimostrare la compatibilità delle spese sostenute con il reddito dichiarato, l'Agenzia delle Entrate potrà procedere all'accertamento sintetico del reddito complessivo". Quindi, arriva il "suggerimento": "considerare con attenzione questa comunicazione e le opportunità di ravvedimento offerte dalla normativa fiscale". Perché, trattandosi della dichiarazione 2011 (sui redditi del 2010) è ancora ammesso il ravvedimento operoso, ovvero la spontanea correzione di errori. L'invito dell'Agenzia, infine, "è a considerare il contenuto di  questa comunicazione anche ai fini della dichiarazione 2012 (periodo di imposta 2011)". Peccato che molte delle lettere, anche quelle che portano data fine maggio, siano spesso arrivate ai contribuenti solo ad agosto inoltrato. Quando le dichiarazioni 2012 sono già state fatte e consegnate.  

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