Anna Falchi, venduto ai russi il nido d'amore con Ricucci
La villa all'Argentario è stata acquistata dal magnate del gas amico di Putin, German Khan, per 18 milioni di euro
Stefano Ricucci la trasformò nel suo nido d'amore dopo il matrimonio con Anna Falchi, celebrato nel maggio del 2005 all'Argentario con guardie del corpo al cancello, fuochi d'artificio e giochi d'acqua. Ma qui si sono consumate anche le storie meno note della famiglia degli editori Feltrinelli, che ne sono stati proprietari per molti anni e che vi fecero costruire anche un rifugio sotterraneo. Adesso la splendida villa Cacciarella, quasi 1900 metri quadri su più livelli, aggrappata alla scogliera fra punta Lividonia e Cala Grande sul lato dell'Argentario che guarda il Giglio (e da qui si vede bene anche il relitto della Concordia), più volte andata all'asta dopo che Ricucci è stato travolto dall'inchiesta sui “furbetti del quartierino”, ha trovato finalmente un compratore. Lo rivela “Il Tirreno, che spiega come si tratti di uno degli uomini più ricchi del mondo, 105° (e 15° in Russia) nella classifica di Forbes, con un patrimonio stimato in 8,5 miliardi di dollari. A mettere oggi la firma sul contratto, nello studio romano del notaio Silvia Teodora Masucci, incaricata dai liquidatori del concordato preventivo della Magiste Real Estate Spa, sarà German Khan, 50 anni, origini ebraiche, amico di Putin, cofondatore dell'Alpa-Group (grande società con interessi in finanza e industria) e nel consiglio di amministrazione della compagnia petrolifera Tnk-Bp e di Alpha Bank, la più grande banca privata in Russia. La villa sarà poi intestata a una società delle Isole Vergini, di proprietà del miliardario russo. Così dopo vari ribassi per le varie aste andate deserte, l'intero complesso diventerà la villa delle vacanze italiane di German Khan per poco più di 18 milioni di euro. Un bel risparmio rispetto ai 27 chiesti al primo incanto, divenuti poi 24 e 21,6. E quasi la metà dei 34 milioni di euro che la pagò Stefano Ricucci. L'operazione è andata in porto grazie alla mediazione di un professionista di Grosseto, contattato da un'agenzia immobiliare di Forte dei Marmi che, per il magnate russo, stava cercando una villa con queste caratteristiche in Toscana. Così, prima dell'asta decisiva, in maggio, German Khan con la moglie e alcuni dei cinque figli, ha fatto un blitz in Maremma per vedere in prima persona la villa e ne è rimasto entusiasta: “La voglio” ha detto e all'incanto al primo rilancio l'ha fatta sua, beffando un altro russo. Del resto il complesso è meraviglioso. Sono 34 stanze a strapiombo sul mare con annessi 26 ettari di terreno, eliporto e torre saracena del '400, accesso privato al mare, vari rustici, rifugio antiaereo e casa del guardiano. Una villa che ha anche una storia: all'Argentario la chiamano ancora con il nome di chi la volle su quel tratto di promontorio, quel Carlo Feltrinelli che la fece costruire nel 1940 e morì poco dopo. Nel 1943 quelle stanze furono abitate dalla vedova Giannalisa e dal marito Luigi Barzini junior. Il fascismo era caduto, Mussolini arrestato. E Barzini, che era al confino ad Amalfi, fece i bagagli e arrivò all'Argentario. Con loro c'erano i figli di Carlo Feltrinelli, Giangiacomo, allora diciassettenne e Antonella, insieme alla figlia della coppia, Ludina. Vissero per due anni a villa Cacciarella. E lì nacque Benedetta, secondogenita della coppia. Nel 1945 caddero le bombe su Santo Stefano, mentre tra gli ospiti c'era Dino Buzzati, ex compagno di liceo della vedova Feltrinelli. Scapparono dalla villa, abbandonando Giangiacomo che era andato a Porto Ercole con alcuni amici e chiudendo l'esperienza degli editori in zona. Da allora la villa rimase vuota per lunghi decenni, finchè non fu acquistata da un imprenditore romano nel 2000 per 6 miliardi e poi rivenduta a Ricucci, con un discreto guadagno. Ora è la volta del magnate russo del gas e del petrolio: e l'impressione è che di aste non ce ne saranno più.