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La sua azienda è in crisiEvade l'Iva: viene assolto

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Un imprenditore aretino a processo: non ha pagato 150mila euro. Lui si difende: "Sono stato costretto dalle difficoltà economiche"

Andrea Tempestini
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Un fisco assassino, una pressione fiscale opprimente, insostenibile tra imposte e balzelli di tutti i tipi, che all'epoca dei tecnici di Mario Monti sono cresciuti di numero seguendo una parbola iperbolica. E così, semplicemente per sopravvivere e per non essere costretti a chiudere baracca e burattini, molti imprenditori si rifiutano di saldare il contro con l'erario. E da Firenze arriva una storia di tasse e disperazione che non ha precedenti: un sessantenne di Arezzo si è difeso in un aula di tribunale sostenendo di non aver pagato 150mila euro di Iva non perché volesse evadere, ma poiché costretto dalle difficoltà economiche in cui si trovava la sua ditta edile dopo che non gli era stato pagato un importante lavoro. E il gup del capoluogo toscano gli ha dato ragione: assolto. Il ricorso - La notizia è stata rilanciata da La Nazione, che racconta come a carico dell'imprenditore era stato emesso un decreto penale di condanna per 7.500 euro a causa dell'omesso versamento dell'Iva nel 2007. L'uomo ha immediatamente presentato ricorso, e durante il rito abbreviato al gup Paola Belisto ha presentato i documenti e i conti per spigarle che la sua azienda si trovava in difficoltà economiche poiché era stata pagata soltanto la metà di un lavoro da 1,5 milioni di euro, che non aveva ancora terminato. Per questo motivo l'imprenditore aretino aveva usato tutti i risparmi per pagare fornitori e dipendenti, per estinguere un mutuo e poi indebitarsi nuovamente con le banche per finire i lavori (nel caso in cui non li avesse terminati per tempo avrebbe dovuto pagare una penale). Considerata la particolare situazione, il pm Sandro Curignelli ha chiesto l'assoluzione.

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