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Bancario confessa: così aiuto gli evasori a portare via i soldi

Nicoletta Orlandi Posti
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  Portare i risparmi di una vita all'estero per difenderli in caso di default è meno difficile di quel che sembri. Tanto è vero che secondo i dati di Bankitalia a giugno sono già volati via 23,4 miliardi di euro. Meta preferita la Svizzera, un po' per la vicinanza, un po' perché i dipendenti delle banche parlano italiano e i documenti sono scritti nella nostra lingua. Ma come si fa? E' semplicissimo: basta andare in un istituto svizzero e con la carta d'identità e un codice fiscale aprire una cassetta di sicurezza. Per portarci i soldi si possono fare più viaggi "leggeri" oppure chiedere aiuto a chi questo traffico lo fa di mestiere. "I clienti vengono da noi ogni giorno", racconta un bancario di origini italiane a Lugano a Ferruccio Sansa del Fatto Quotidiano. "Ci chiedono come fare a portare i soldi in Svizzera. Noi ovviamente non ce ne occupiamo, ma diamo le coordinate giuste". Le coordinate giuste sono gli "spalloni", ovvero persone che si riempiono di banconote e passano la frontiera. Rischiano, ma il gioco vale la candela: "Per ogni viaggio si beccano commissioni che vanno dallo 0,5 al 2% e se porti un milione mica male". Gli spalloni non sempre passano la dogana: "Il confine", continua a raccontare il bancario al Fatto, "sono centinaia di chilometri con laghi, boschi, montagne. E poi da queste parti ci sono case che hanno giardini mezzi in Italia e mezzi in Svizzera. Basta uscire in terrazza ed espatriare". Il gioco è fatto - Per quanto riguarda le società il trucco più semplice è quello di creare una società all'estero e poi fare una falsa fatturazione per prestazioni inesistenti. "Fingi che una società, una filiale di quella italiana oppure indipendente e intestata a prestanome", spiega il bancario a Sansa, "abbia lavorato per te, la paghi e hai già portato i soldi all'estero". Un altro stratagemma è quello dello sfruttamento di un marchio o di un brevetto. "Apri una società all'estero, anche nell'Ue, tipo Irlanda", continua l'intermediario, "intesti un brevetto a nome suo e poi fai un contratto per sfruttarlo. Così puoi mandare i soldi oltre confine. Poi una volta che il denaro è uscito dall'Italia lo trasferisci in un paradiso fiscale, in Svizzera per esempio". L'ultimo escamotage che racconta il bancario al Fatto (ma lui non l'ha mai fatto) è quello di "svuotare" delle società. In pratica crei una società in Svizzera e la capitalizzi con i soldi che vuoi portare fuori. Poi "metti in piedi un affare fasullo con una seconda società che ha sede in un paradiso fiscale. Ovviamente l'affare va male, la società perde tutto e tu invece te lo porti fuori dall'Italia". Il gioco è fatto. Ma è illegale.  

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