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Formigoni, tutti i regali di Daccò:20 milioni tra villa, barca e cene

Nell'informativa segreta della Polizia giudiziaria l'elenco dei trasferimenti di denaro dai faccendieri al governatore della Lombardia

Nicoletta Orlandi Posti
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  Una parte dei fondi del San Raffaele e delal Maugeri trasferiti illecitamente a Daccò e a Simone sarebbero serviti a finanziare le campagne elettorali di Formigoni (almeno 600mila euro per la campagna elettorale del 2010 e altri per quella del 2005) e a pagare benefit di lusso per lui e il suo amico coinquilino, Alberto Perego. E' scritto nero su bianco sull'informativa segreta della polizia giudiziaria di Milano resa nota dal Fatto Quotidiano. Si tratta di un flusso di 20 milioni di euro pagati dal faccendiere Daccò e dal suo braccio Antonio Simone (che si sono messi in tasca qualcosa come 70 milioni di euro che la Maugeri avrebbe sborsato in cambio di consulenze per agevolare i rapporti con la Regione), metà dei quali sono sicuramente finiti al presidente della Regione Lombardia.  "Una parte di questi fondi" scrivono gli investigatori, "è stata utilizzata per l'acquisto, il mantenimento e il trasferimento di beni di lusso per alimentare il vasto portafoglio di benefit di cui negli anni hanno beneficiato Roberto Formigoni e il suo entourage". L'indagine è quella che vede indagati i conti del San Raffaele e della Fondazione Maugeri e che accusa il governatore di corruzione e finanziamento illecito ai partiti. Ecco la lista: almeno 4 milioni di euro sono lo sconto di cui hanno goduto Formigoni e Perego a cui Daccò ha venduto una villa in Sardegna "ceduta a un prezzo di 3 milioni a fronte di un mandato a vendere di 7 milioni. Tre milioni e 700 mila euro sono le spese per "l'acquisto e mantenimento di imbarcazioni di lusso dal 2007 al 2011". Oltre 800 mila euro per biglietti aerei e "vacanze in diverse località caraibiche dal 2006 al 2011). Altri 70 mila euro sono le "spese sostenute da Daccò nell'interesse politico di Formigoni in correlazione al Meeting di Rimini di Comunione e liberazione". Il conto del ristorante è di 500 mila euro: a cena "Formigoni e altri uomini politici incontravano dirigenti e funzionari della sanità lombarda, dirigenti di strutture sanitarie pubbliche e private". E poi ci sono, scrive Antonella Mascari sul Fatto, oltre 11 milioni di euro in contanti che Daccò ha movimentato di cui, però, non è stato possibile verificare la destinazione finale. La conclusione degli investigatori è che Daccò e Simone non sono "il terminale", ma "l'ingranaggio di un più ampio meccanismo illecito" che unisce il San Raffaele, la Maugeri e Formigoni. Ma il governatore non ci stà. "Quanto annunciato da Il Fatto Quotidiano e da La Repubblica oggi è completamente falso e destituito da ogni fondamento", ha tuonato Formigoni. Che quelle accuse non stiano in piedi secondo il presidente della Regione Lombardia lo si evincerebbe leggendo "i due pezzi con un minimo di attenzione. Oggi stesso i miei legali presenteranno querela e richiesta danni a carico dei due quotidiani".  

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