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Chiude "E", Strada:"Dovevamo scegliere tra il giornale e gli ospedali"

Finisce l'avventura del giornale di Emergency. Venti giornalisti restano senza lavoro

Nicoletta Orlandi Posti
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Diminuiscono le sottoscrizioni e il giornale di Emergency è costretto a chiudere. Mercoledì sarà l'ultimo numero in edicola, dopodichè si passerà ad oscurare anche il sito. “Una scelta dolorosa ma necessaria – spiega Gino Strada – perché ci siamo trovati a scegliere se tenere aperte queste attività di informazione e gli ospedali. E abbiamo fatto una scelta anche se ci colpisce al cuore”. Il macigno al progetto è arrivato con l'ennesima flessione delle donazioni che nel 2011 ha colpito tutto il terzo settore segnando un calo del 26%. L'intero budget per l'edizione 2012 era di 600mila euro, troppo pochi. Tra edicole e abbonamenti “E” vendeva all'incirca ventimila copie. “Non abbiamo chiesto soccorso a nessuno, non è nella nostra filosofia", continua Strada sentito dal Fatto. "Ma non posso dire che siamo stati aiutati, visto che solo i costi di spedizione dei nostri materiali informativi, come per tutto il settore, sono aumentati del 500% nel giro di pochi mesi”. La preoccupazione di Cecilia Strada è quella della sorte dei 20 giornalisti, tutti regolarmente assunti, che resteranno senza lavoro: "Ecco, noi avevamo anche la volontà di raccontare queste guerre che non sono lontane, le abbiamo qui in casa, con morti e feriti”.

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