Monti suona l'allarme in Emilia"Resta il rischio di altre scosse"
Il premier: "Saremo vicini alla popolazione locale"
Come "gufata" non c'è male. "La terra tremerà ancora ha annunciato Mario Monti dopo aver letto il rapporto della Commissione grandi rischi. E la terrà tremò. Non in Emilia, ma un po' più su, tra il veneto e il Friuli. Dove nella notte, poco dopo le quattro del mattino, si è registrata una scossa di grado 4.5 della scala Richter. L'evento sismico più forte dopo quello che nel 2011 aveva interessato la provincia di Rovigo. La scossa di stanotte è stata avvertita distintamente fino a Udine e Trieste ma nella zona dell'epicentro (tra i comuni di Pieve d'Alpago e Chies d'Alpago, entrambi in provincia di Belluno al confine con la provincia di Pordenone). La zona a rischio - Il documento stilato dalla Commissione spiega che "nel caso di una ripresa dell'attività sismica nell'area già interessata dalla sequenza in corso, è significativa la probabilità che si attivi il segmento compreso tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili ai maggiori eventi registrati nella sequenza". Oltre a questo, non è possibile "escludere l'eventualità che, pur con minore probabilità, l'attività sismica si estenda in aree limitrofe a quella già attivata sino ad ora". Non c'è pace per la popolazione emiliana, che sta affrontando ormai da venti giorni la situazione d'emergenza e che deve così pensare alla possibilità di vivere nuove evacuazioni e nuovi crolli. Le promesse - Monti ha poi spiegato che "il governo è pienamente impegnato con tutti gli strumenti disponibili" a fronteggiare l'emergenza e ha promesso "uno sforzo straordinario in termini di risorse, competenze e strumenti". Il primo ministro ha assicurato che "il governo sosterrà e rafforzerà le iniziative già in atto, assumendo, di intesa con le Regioni, tutti gli interventi necessari a tutelare le comunità locali, oltre a consentire l'avvio della ricostruzione". Incognite sul futuro - Se è vero che ci sono buone probabilità che nuovi eventi sismici si abbattano sull'Emilia, non è però possibile sapere quando. "Non esistono a tutt'oggi metodi scientifici attendibili di previsione dei terremoti nel breve periodo. Tuttavia la conoscenza del sottosuolo e gli eventi che si sono succeduti dal 20 maggio in poi permettono di formulare alcuni orientamenti per l'evoluzione futura". La commissione ricorda anche che "alla zona colpita dai recenti sismi era stata assegnata una magnitudo massima 6.2 e che i valori registrati dello scuotimento del terreno sono compatibili con i valori della mappa". I soccorsi - L'obiettivo ora è "accelerare ulteriormente la messa in sicurezza delle attività civili, sociali e produttive delle zone colpite dai terremoti delle scorse settimane". Queste le assicurazione della Regione Emilia-Romagna che ribadisce "che i terremoti non possono essere previsti così come afferma la commissione nazionale Grandi rischi". La Regione ha ottenuto l'invio di 300 vigili del fuoco per "l'accelerazione delle fasi di verifica sulle diverse tipologie di edifici, anche finalizzate alla rapida conclusione della loro fase di messa in sicurezza preventiva degli stessi". Ma arriverà anche un contingente militare dell'Esercito "per aumentare il presidio, ai fini della pubblica sicurezza, in particolare nelle zone rosse dei centri abitati colpiti, come richiesto dagli stessi sindaci" per evitare gli atti di sciacallaggio verificatisi nelle scorse settimane.