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Don Ivo schiacciato in chiesavoleva salvare la Madonna

Il parroco era rientrato nell'edificio per recuperare la statua. La scossa delle 9 è stata fatale

Nicoletta Orlandi Posti
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Voleva salvare quella statua a tutti i costi: la Madonna conservata nella sua parrocchia amata e venerata dai suoi compaesani. Voleva metterla al sicuro, visto il ripetersi di tutte queste scosse. Purtroppo però, quella delle 9 gli è stata fatale. Don Ivano Martini, per i suoi fedeli don Ivo, è morto nel crollo dei calcinacci della chiesa di Santa Caterina a Rovereto, frazione del comune modenese di Novi. Con lui c'era anche un pompiere che lo aveva accompagnato nel salvataggio. Fortunatamente si è salvato. Don Ivo, 65 anni, invece è rimasto schiacciato da una grossa trave caduta durante il crollo e per lui non c'è stato nulla da fare. "Questa mattina - ha raccontato ieri Rosanna, una collaboratrice del parroco scomparso con cui divideva l'organizzazione delle attività dell'oratorio  - l'ho visto entrare in chiesa con il caschetto accompagnato dai vigili del fuoco. Insieme ai volontari ci stavamo organizzando per portare fuori dalla chiesa alcuni oggetti per portarli, come abbiamo fatto per una statua della Madonna, in una sorta di parrocchia provvisoria. Poi ho sentito la prima scossa mentre loro erano ancora dentro e sono andata a casa in bicicletta per chiamare aiuto e vedere come stava la mia famiglia. Subito dopo mio marito è arrivato sul posto con il furgone. I due vigili stavano portando fuori don Ivan". Don Ivan è poi stato trasportato al pronto soccorso. Il religioso era parroco da otto anni a Rovereto e aveva raccolto tutto l'affetto del Paese. "In questo momento - ha concluso Rosanna - siamo impegnati a servire i pasti alle persone rimaste senza casa. Sono sicura che don Ivan avrebbe voluto questo". Un altro parroco, a Carpi, dato inizialmente per morto sembra essere rimasto invece ferito nel crollo di una parte del duomo. A Venezia il terremoto ha provocato la caduta di una statua che ha sfiorato una donna ai Giardini Papadopoli dove diverse statue sono pericolanti mentre distacchi di intonaco si sono registrati alla Basilica di Sant'Antonio a Padova, con momenti di panico per i fedeli in visita, ma nessun ferito. Si scava ancora a Medolla,  provincia di Modena, uno dei comuni colpiti dal terremoto, dove all'interno di una fabbrica è ancora intrappolato un operaio. Secondo quanto riferiscono i vigili del fuoco all'interno non si udirebbe nessuna voce. La fabbrica, che è collassata su se stessa, produce componenti elettrici e si trova sulla provinciale che porta da Mirandola a Modena. Dichiara che venerdì scorso avevano ottenuto l'agibilità del capannone, uno dei dipendenti della fabbrica Haematronic di Medolla crollata in seguito al sisma di questa mattina. "Eravamo in 40 dentro la fabbrica - racconta una dipendente - i miei colleghi mi hanno trascinata via perchè quando è arrivato il terremoto io sono rimasta paralizzata dalla paura. La parte dell'azienda dove eravamo noi non è crollata del tutto, mentre quella posteriore è stata distrutta. Un altro operaio riferisce che erano tornati al lavoro lunedì 28 i quaranta operai che si trovavano nella fabbrica Haematronic di Medolla: "Dopo il terremoto del 20 abbiamo impiegato più di una settimana per riordinare, perchè all'interno è crollata tutta l'apparecchiatura e ieri siamo tornati a lavoro dopo che venerdì c'era stata data la viabilità". Quattro operai sono stati estratti morti dalle macerie. Due donne sono morte nel villaggio artigianale di Cavezzo, in provincia di Modena. È quanto riferisce la Polizia municipale spiegando che in tutto il centro storico della cittadina «ci sono tantissimi crolli anche delle abitazioni private». La donna deceduta nel cedimento dell'edificio industriale in cui lavorava, il Mobilificio Malavasi. A San Felice sul Panaro, nel crollo del capannone della Meta sono morti tre lavoratori: due operai Kumar Pawan, trentunenne originario del Punjab che lascia moglie e figli. Stesso destino per un altro padre di famiglia Mohamad Azaar, 45 anni del Marocco. Assieme a loro al momento del crollo che li ha sepolti vivi anche un ingegnere italiano. I tre, e non è per niente il caso di parlare di ironico destino, casomai di tragedia nella tragedia, stavano facendo i sopralluoghi del caso per verificare la staticità dell'edificio che gli è crollato addosso. Un cittadino cinese risulta essere tra le vittime della nuova potente scossa di terremoto che ha colpito l'Emilia. Lo ha confermato il Consolato generale cinese di Milano all'agenzia Nuova Cina, che non ha però fornito ancora l'identità della vittima.

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