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Ci tocca pure la tv dei RomLa legge già approvata in commissione

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Se passerà il riconoscimento della lingua, i Sinti pronti a invadere i media

Nicoletta Orlandi Posti
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  L'insegnamento della lingua Rom a scuola, i documenti in tribunale tradotti in Romanes, una radio e una televisione per l'etnia Sinti. Lo scenario si prospetta sempre più vicino e reale. La Commissione Affari Esteri e comunitari della Camera ha approvato uno specifico emendamento nell'ambito della ratifica della Carta europea della lingue minoritarie. Gli onorevoli Matteo Mecacci (Radicali) e Jean Leonard Touadi (Pd) hanno proposto di inserire le lingue parlate da Rom e Sinti tra quelle riconosciute e tutelate in ambito nazionale. E la norma è passata nonostante il governo, tramite il Ministero dell'Interno, avesse espresso parere contrario. Ma in Commissione tutti hanno votato a favore, tranne la Lega Nord.  Nuova legge? - La discussione passerà ora al voto del Parlamento, dove si profila un fronte comune tra Pd e parte del Pdl. Ci sono, quindi, buone possibilità che la linea pro-Rom diventi legge. Il popolo Sinti avrà tutti i benefici del caso, mentre le minoranze lombarde, venete e piemontesi continuano a non essere minimamente considerate. Il riconoscimento è prima di tutto simbolico ma porterà anche dei benefici giuridici ed amministrativi. Come spiega Dijana Pavlovic, attrice serba di etnia Rom e candidata al Parlamento nel 2008 con Sinistra Arcobaleno, questa decisione «di includere la nostra lingua nell'elenco di minoranze linguistiche tutelate, previsto dalla legge 482, potrebbe aprire la possibilità di insegnare la lingua Romanes nelle scuole con studenti Rom, ma anche la nascita di radio e televisioni per la nostra minoranza. O, più in piccolo, il riconoscimento dei nostri funerali e la traduzione degli atti legali in tribunale».  La presenza in italia - I Rom e Sinti presenti al momento in Italia sarebbero tra i 150 e i 200mila, secondo le stime più attendibili. Sono sparsi in tutto il territorio, al contrario di molte altre minoranze che si concentrano invece in una specifica area geografica. Questo può portare ulteriori difficoltà, perché ogni regolamentazione si dovrà applicare in ambito nazionale e non locale. Ma la Pavlovic promette: «Ci mobiliteremo in Aula per far passare questo riconoscimento». La reazione leghista - L'approvazione della norma ha già scatenato le prime reazioni politiche. La Lega Nord ha infatti già annunciato battaglia e l'onorevole Matteo Salvini, eurodeputato e segretario in pectore del partito in Lombardia, spiega il suo disappunto: «Abbiamo già pronta un'interrogazione da presentare a Bruxelles. Vogliamo infatti che le minoranze lombarde vengano riconosciute ed è folle che invece venga data la precedenza ai Rom. Questa corsia preferenziale non è una novità, capita anche per alcuni contributi pubblici. Non capisco in base a che cosa vengano stabilite le priorità. Comunque sono scettico sulla possibilità che possano nascere emittenti televisive o radiofoniche dedicate ai Rom senza finanziamenti delle istituzioni. E in quel caso, Pisapia, che cosa fara?». Dello stesso parere anche l'onorevole Riccardo De Corato del Pdl: «Non voterò mai questa legge in Parlamento: se si devono riconoscere delle minoranze bisognerebbe dar la precedenza ai veneti e ai lombardi. In Italia finora i Rom hanno creato poca integrazione e molti problemi, al contrario di molte altre minoranze. La decisione della Commissione mi sembra un'iniziativa del tutto demagogica. In ogni caso, la radio e la tv non la apriranno con i soldi del governo, al massimo con i contributi di qualche associazione no profit». Radio Rom, se mai nascerà, non avrà vita facile. Le minoranze in coda per avere un briciolo di attenzione sono tante. Ma come è noto, in Italia la fila non la rispetta quasi nessuno.   di Pietro Pruneddu  

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