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Tasse, Quirinale e caso OrlandiL'Italia dallo spioncino vaticano

Nel libro di Nuzzi la ricostruzione di quello che avviene nei sacri palazzi fino all'appartamento del Papa

Nicoletta Orlandi Posti
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  Lettere, note, relazioni, frammenti di un'agenda fitta di incontri e cene: dal libro Sua Santità  di Gianluigi Nuzzi emerge una ricostruzione di quel che accade nei sacri palazzi, ai livelli più alti, fino all'appartamento del Papa. Parlano i documenti, non ci sono commenti nè illazioni. Il “pezzo forte” è probabilmente la lettera  inviata via fax da Dino Boffo, ex direttore del quotidiano Avvenire,  a padre Georg Gaenswein, segretario di Benedetto XVI. In questa lettera Boffo scrive, tra le altre cose: «Sono venuto a conoscenza di un fondamentale retroscena e cioè che a trasmettere al dottor Feltri il documento falso sul mio conto è stato il direttore dell'Osservatore Romano, professor Gian Maria Vian, il quale non ha solo materialmente passato il testo della lettera anonima ma ha dato ampie assicurazioni che il fatto giudiziario da cui quel foglio prendeva le mosse riguardava una vicenda certa di omosessualità»  Non può mancare il caso Emanuela Orlandi, tornato in primo piano dopo la decisione di aprire la tomba di Renato De Pedis, boss della famigerata banda della Magliana, tomba che si trova nella basilica di Sant'Apollinare a Roma. Il prelato Giampiero Gloder, che presiede il gruppo di persone che aiutano a preparare i discorsi e gli interventi del Pontefice, sconsiglia, sempre in una nota, di intervenire sulla delicata vicenda e scrive che «il fratello della Orlandi sostiene fortemente che ai vari livelli vaticani ci sia omertà. Il fatto che il Papa anche solo nomini il caso può dare un appoggio all'ipotesi». Ecco poi l'appunto preparato in occasione di una cena riservata in Vaticano con papa Benedetto, il presidente Giorgio Napolitano e la moglie Clio. Si suggeriscono vari temi, tra i quale campeggia quella della tutela della famiglia tradizionale. Si sottolineano i tentativi di portare le altre unioni sullo stesso piano, visto che «due esponenti del governo (Brunetta e Rotondi) hanno fatto annunci in tal senso». La linea da portare avanti è evidente: «Si devono evitare equiparazioni legislative o amministrative fra le famiglie fondate sul matrimonio e altri tipi di unione». In questa ottica, «potrebbe risultare utile un sistema di tassazione del reddito delle famiglie che tenga contro, accanto all'ammontare del reddito percepito, anche del numero dei componenti della famiglia». Anche Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior, fa pervenire alcune relazioni scritte al Papa: «Ho cominciato a discutere con il ministro Tremonti le soluzioni di un prossimo problema che potrebbe preoccuparci e riguarda i problemi fiscali. Potrebbe essere utile pensare a un trattato sulla tassazione». C'è la possibilità che «il laicismo potrebbe approfittarne per creare una seconda Questione romana di aggressione ai beni della Chiesa (attraverso tasse, cessazione privilegi, esasperazione controlli ecc.)». Reazioni ufficiali, Oltrevere,  a queste anticipazioni dal libro di Nuzzi in uscita non ce ne sono. Però si ricorda  il testo del comunicato stampa del 9 febbraio 2010 che aveva come premessa, per volontà della segreteria di Stato, queste precise parole: «Il Santo Padre ha approvato il seguente comunicato e ne ha ordinato la pubblicazione». Erano parole mai fino ad allora erano state utilizzate per presentare un testo destinato ai giornali. Con quel comunicato si intendeva scagionare del tutto  il direttore dell'Osservatore Romano dalle accuse che gli erano state mosse  nel caso Boffo.  Non era andata così, chiarì immediatamente la Santa Sede. «Dal 23 gennaio», si leggeva nel  comunicato vaticano, «si stanno moltiplicando, soprattutto su molti media italiani, notizie e ricostruzioni che riguardano le vicende connesse con le dimissioni del direttore del quotidiano cattolico italiano Avvenire, con l'evidente intenzione di dimostrare una implicazione nella vicenda del direttore dell'Osservatore Romano, arrivando a insinuare responsabilità addirittura del cardinale segretario di Stato». Soprattutto, chiariva la nota, «queste notizie e ricostruzioni  non hanno alcun fondamento».  di Caterina Maniaci  

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