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Boicottare Equitalia: l'esempio viene dal Piemonte

La Regione non si servirà più dell'ente di riscossione. Anche il sindaco di Calalzo di Cadore segue il consiglio dei Tea Party italiani

Andrea Tempestini
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"Crede che la morte e le tasse siano le nostre uniche certezze, signor Rearden? Non posso far niente per combattere la morte, ma se riesco a sollevare il peso delle tasse, gli uomini possono imparare a vedere il legame che esiste fra le due cose e a capire quale vita più lunga e più felice sono in grado di crearsi". Inizia così, con una citazione di Ayn Rand (La rivolta di Atlante, L'uomo che apparteneva alla terra), il manifesto dei Tea Party Italia, il movimento libertario anti-tasse di diretta ispirazione statunitense che ha lanciato la sua campagna nel Belpaese: pressione fiscale più bassa e basta con Equitalia. E qualcuno ha già seguito la dritta dei conservatori che esasperati dalle politiche di Monti e dalla morsa dell'Agenzia delle Entrate lottano tenacemente contro i balzelli.(Leggi: il Fisco ripesca il contenzioso dei morti)  L'esempio piemontese - Il Piemonte, per intendersi, sarà la prima regione in Italia che non si servirà più di Equitalia per la riscossione dei crediti. Nella decisione c'è lo zampino di Roberto Cota, esponente di spicco di quella Lega Nord che ha messo nel mirino proprio Equitalia. La decisione è arrivata dal Consiglio regionale piemontese, che ha approvato un emendamento alla legge sul bilancio che prevede la costituzione di un ente di riscossione regionale per il recupero dei tributi locali. La norma si era resa necessaria poiché la legge nazionale liberalizza la riscossione dei tributi entro il termine del 2012, con la fine del monopolo di Equitalia e la necessità che ogni regione si doti di uno strumento di questo genere. L'ente per la riscossione che verrà creato in Piemonete - spiega il consigliere regionale dell'Udc, Alberto Goffi, in prima linea nella lotta contro Equitalia - "stabilisce criteri per la riscossione più favorevoli ai contribuenti: primo fra tutti la riduzione dell'aggio al 4%, invece del 9% applicato da Equitalia se non si paga la cartella entro 60 giorni".  Il sindaco di Calalzo - Ma per attenersi al più stretto ordine cronologico, il primo a respingere Equitalia è stato il sindaco di Calalzo di Calore, un piccolo centro in provincia di Belluno: lo scorso novembre, il primo cittadino Luca De Carlo, applicando la medesima legge sfruttata in piemonte ha scelto di affidare la riscossione dei crediti insoluti in gestione alla Comunità montana Valbelluna. De Carlo spiegava che il servizio adottato dalla società presieduta da Attilio Befera, con la sua applicazione di more e interessi. "è disumano e da sceriffo di Nottingham". Con il nuovo ente per la riscossione, continua il sindaco, "riusciamo costantemente a monitorare i furbetti (...) e quei cittadini che invece sono in oggettive difficoltà: proprio su questi ultimi interveniamo subito, magari con la rateizzazione. Abbiamo cercato insomma - ha concluso De Carlo - di umanizzare e avvicinare ai cittadini un servizio che resta comunque antipatico". La decizione del sindaco di Calalzo di Cadore ha già cominciato a fare proseliti tra i primi cittadini degli altri comuni italiani.  

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