La gaffe del ministro TerziCordoglio per la morte di Zenawiil padre-padrone dell'Etiopia
Il premier scomparso è stato accusato di violazioni dei diritti umani e di violenze contro i suoi oppositori
"Profondo dolore per la scomparsa di Zenawi, leader che ha dedicato la vita a combattere la povertà garantendo il progresso del suo popolo". E' questo il testo di un messaggio twitter del ministro degli esteri Giulio Terzi, dopo la scomparsa del premier etiope Meles Zenawi. Peccato che Zenawi sia stato tutt'altro che, per dirla con un eufemismo, campione di democrazia. Alleato degli Stati Uniti nella lotta al terrorismo e promotore di politiche di sviluppo per il suo Paese, fu accusato di violazioni dei diritti umani e di violenze contro i suoi oppositori. Metodi dittariali - Scomparso a 57 anni per una "infezione improvvisa" era alla guida dell'Etiopia dal 1991: prima come presidente del governo transitorio che seguì al crollo del regime di Mengistu e poi, dal 1995, con la vittoria alle elezioni, come primo ministro. Sotto la sua leadership, l'Etiopia, con una popolazione a maggioranza cristiana e una forte minoranza musulmana, raggiunse la stabilità, ma a caro prezzo: Zenawi è stato a lungo accusato dai gruppi di difesa dei diritti umani di usare metodi dittatoriali nei confronti degli oppositori. Numerosi sono stati negli anni del suo governo i giornalisti e gli attivisti imprigionati, altrettanti quelli costretti all'esilio. Brogli elettorali - Legesse Zenawi, questo il suo nome originario, era nato nella provincia di Tigray, nel nord del Paese, nel 1955. In seguito assunse il nome di Meles, in onore di un compagno caduto durante la rivoluzione. Studiò ad Addis Abeba e poi in Europa, in Gran Bretagna e in Olanda, dedicandosi all'attivismo politico quando era ancora uno studente. Dopo la deposizione dell'imperatore Haile Selassie nel 1974 e l'instaurazione della dittatura comunista di Mengistu, il periodo del "terrore rosso", come viene ricordato in Etiopia, Zenawi si unì al neonato Fronte popolare di liberazione del Tigray. Con il sostegno del Fronte popolare di liberazione eritreo, all'epoca in cui l'Eritrea era ancora parte dell'Etiopia, nel 1991 il movimento di opposizione riuscì a rovesciare il regime di Mengistu che ormai non poteva più godere del sostegno dell'Unione sovietica. Zenawi divenne primo ministro a seguito delle elezioni del 1995, mantenendo poi l'incarico per 17 anni, nonostante le accuse di brogli elettorali. Arresti di massa - L'alleanza con il Fronte popolare di liberazione eritreo si spezzò definitivamente e nel 1998 scoppiò una guerra durata due anni tra l'Etiopia e la nuova Eritrea indipendente. Un conflitto che costò, a due dei Paesi più poveri del mondo, decine di milioni di dollari e le vite di circa 100mila persone. La rivalità tra le due nazioni rimane alta e ancora oggi sono frequenti le violenze e gli scontri al confine tra i due Paesi. Nel 2005, la repressione dei movimenti di protesta in Etiopia fece 200 morti e portò ad arresti di massa degli esponenti e simpatizzanti dell'opposizione. Sotto la guida di Zenawi il Paese è stato anche attivo militarmente nella vicina Somalia, inviando le sue truppe per combattere i movimenti islamisti e guadagnandosi così il sostegno dell'Occidente. Zenawi aveva annunciato di volersi presentare nuovamente elle elezioni nel 2015.