La Siria è una polverieraLa Turchia chiude le frontiere
Gli ambasciatori a Cipro e negli Emirati Arabi hanno lasciato gli incarichi e si sono rifugiati in altri paesi. Scappati dall'esercito anche due altri generali
Violenza continua in Siria dove la tensione continua a salire e le truppe di Assad passano all'offensiva e bombardano la periferia di Damasco dopo aver già accerchiato Aleppo. Una situazione che ha portato oggi la Turchia a chiudere "per motivi di sicurezza" tutti i valichi di frontiera con la Siria, anche se permetterà l'ingresso ai profughi in fuga dal conflitto tra le forze di sicurezza di Bashar al-Assad e i ribelli. Nella notte altri 300 profughi siriani sono entrati in Turchia, per lo più dai sentieri usati dai contrabbandieri portando a 43mila i profughi dall'inizio della rivolta 16 mesi fa. Mentre la tensione sale alle stelle sono arrivate da Mosca dure accuse a Washington. Secondo il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, gli Stati Uniti avrebbero nei confronti di Damasco e della controffensiva dell'opposizione un atteggiamento "che giustifica il terrorismo". La Russia ha anche condannato l'ultimo round di sanzioni dell'Ue a Damasco definendolo un vero e proprio "blocco" aereo e navale della Siria, ma ha rassicurato l'Occidente e Israele sulla 'salvaguardià delle armi chimiche. Ma la violenza non si ferma: per il sesto giorno consecutivo le forze governative siriane si sono scontrate con i ribelli in alcuni quartieri di Aleppo dove nella nottata erano giunti i rinforzi dell'esercito di Assad. Scontri sono stati registrati nel distretto di Bustan al-Qasr, nel sud della città, dove l'esercito ha sparato dagli elicotteri sui cittadini causando morti e feriti, ed ad Al-Jamaliya, mentre nella provincia di Aleppo i lealisti hanno cercato di riprendersi la città di Al-Bab, in mano ai ribelli. A Homs intanto le forze di sicurezza continuano a combattere contro i prigionieri che si sono ammutinati. Nella provincia di Hama 16 persone sono state uccise in un assalto dell'esercito al villaggio di Sharia e due bambini sono morti all'alba nella città di Karnaz. Altri quattro civili hanno perso la vita a Idlib nella cità di Kfar Roma, ha fatto sapere l'osservatorio. Solo ieri il bilancio dei morti è salito a 158 morti di cui 114 civili, 31 soldati siriani e 13 ribelli. Di fronte a una tragedia che non sembra vedere la fine proseguono le defezioni eccellenti dal regime: due ambasciatori, quella a Cipro e il rappresentante negli Emirati Arabi, hanno lasciato gli incarichi e si sono rifugiati in altri paesi. Scappati dall'esercito siriano anche due altri generali, rifugiatisi in Turchia.