Merkel: "No agli eurobond fino alla morte"
Nein fino alla morte. Non è un'esagerazione ma (l'ennesima) fragorosa presa di posizione di Angela Merkel. La cancelliera non si muove di un millimetro, e in una riunione a porte chiuse con i parlamentari del partito liberale, secondo le indiscrezioni riportate dalla stampa tedesca, avrebbe detto che "fino a che vivrò" non ci sarà alcuna condivisione del debito sovrano in Europa. Piuttosto che gli Eurobond la morte. Angela, la cancelliera del rigore suicida, ha anche espresso la sue perplessità su tutto il piano di riforma dell'Unione Europea che è stato presentato dal presidente del consiglio Ue, Herman Van Rompuy, agli stati mebri. Secondo la leader teutonica il documento, infatti, formulerebbe una troppo rapida condivisione delle responsabilità sui debiti pubblici. Van Rompuy, come spieghiamo nel seguito dell'articolo, si è espresso a favore degli Eurobond a patto che siano una soluzione a breve termine da installare in un contesto più approfondito di unione di bilancio. Lo schiaffo a Monti - Per la sua ultima presa di posizione la Merkel ha avuto la decenza di agire a mercati chiusi. La cancelliera ha ribadito il "nein" quando le contrattazioni erano già ferme, evitando di ripetere il macroscopico errore dello scorso lunedì, quando con le sue parole, pesanti come macigni, aveva innescato un'ondata di vendite sui listini di tutta Europa (fu Milano a pagare il dazio peggiore con un picco verso il basso di 4 punti percentuali che ha ridotto la capitalizzazione della Borsa di 12 miliardi di euro). Ma le ultime parole di Angela sulla condivisione del debito si configurano anche come un sonoro schiaffone al premier italiano, Mario Monti, che secondo indiscrezioni di stampa avrebbe minacciato le dimissioni nel caso non ottenesse aperture da Frau Merkel sugli Eurobond. Sui titoli di debito comune, come accennato, si è espresso Van Rompuy, che in un rapporto messo a punto coi colleghi della Commissione europea (il presidente della Bce, Mario Draghi, e dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker) in vista del vertice del 28 e 29 giugno, ha detto "sì agli Eurobond ma solo come soluzione a medio termine nel contesto di un'unione di bilancio più integrata". Il rapporto, intitolato "Verso un'autentica Unione economica e monetaria", delinea i passi che l'Eurozona deve compiere per poter giungere a un livello più stretto di integrazione. Uno dei punti principali e la condivisione di sovranità sulle leggi di bilancio nazionali, che le autorità europee potranno modificare nel caso di paesi che sforino i limiti di debito e deficit previsti. A tale scopo il documento suggerisce strumenti come la creazione di un ufficio del Tesoro comune.